Bruno Conti, 70 anni di dribbling e gloria





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Settant’anni vissuti all’insegna della velocità, del talento e di quella corsia laterale che ha reso Bruno Conti un’icona del calcio italiano. Oggi, in occasione del suo compleanno, Rai Teche celebra il campione del mondo del 1982 pubblicando su RaiPlay l’intervista «Bruno Conti - Una vita da goal», condotta dal giornalista Gianni Minà. Un viaggio attraverso i momenti più significativi della carriera di un uomo che ha lasciato un segno indelebile non solo nella storia della Roma, ma anche in quella del calcio internazionale.
Nato con un fisico che alcuni, come Helenio Herrera, ritenevano inadatto al massimo livello, Conti ha saputo smarcarsi dai pregiudizi, dimostrando che il talento può superare ogni limite. Con Nils Liedholm, che non ebbe mai dubbi sulle sue capacità, diventò un pilastro della squadra giallorossa, conquistando uno scudetto nel 1983 dopo quarantuno anni di attesa. Quella stagione, insieme alla memorabile vittoria del mondiale in Spagna, dove fu soprannominato MaraZico per le sue prestazioni straordinarie, rappresenta l’apice di una carriera costellata di successi.
Il suo addio al calcio, il 23 maggio 1991, fu un evento epocale: l’Olimpico, gremito da 81mila persone, gli tributò un’ovazione che ancora oggi risuona nella memoria dei tifosi. Da allora, Conti non ha mai smesso di essere parte integrante del mondo del calcio, ricoprendo il ruolo di dirigente con l’obiettivo di scoprire nuovi talenti. Un compito che ha svolto con maestria, contribuendo a rafforzare le fila della Roma.
Tra i messaggi di auguri, spiccano quelli di Rosella Sensi, ex presidentessa del club capitolino, che su Instagram lo ha definito «un grande amico, un grande professionista e un enorme romanista». Parole che testimoniano non solo il legame profondo tra Conti e la Roma, ma anche il rispetto che ha saputo guadagnarsi nel corso degli anni.
Oggi, nonostante il passare del tempo, Bruno Conti si dichiara in ottima forma e pieno di entusiasmo. «Mi sento giovane», ha affermato, «e sono ottimista per la Roma». Un’affermazione che riflette non solo il suo carattere positivo, ma anche la sua capacità di guardare al futuro con la stessa passione che lo ha sempre contraddistinto.