La legge di Kim Jong-un contro film stranieri e jeans: si rischia la pena di morte
Non si esclude la possibilità di sanzioni nei confronti della Corea del Nord da parte dei Paesi più toccati da questi divieti
Kim Jong-un ha firmato una legge contro film stranieri e jeans.
ROMA – Una legge contro film stranieri e jeans è stata firmata da Kim Jong-un.
Tra i divieti decisi da Kim i film provenienti dall’estero (in particolare Corea del Sud, Hollywood e Giappone) oltre che i jeans. (News Mondo)
Se ne è parlato anche su altri media
La Corea del Nord sta quindi assumendo atteggiamenti sempre più intolleranti nei confronti dell’Occidente in generale Siamo abituati a sentire notizie stravaganti sulla megalomania o l’atteggiamento anti-americano di Kim Jong-un ormai, ma l’ultimo provvedimento preso dal leader nord-coreano stavolta è davvero oltre ogni limite: in Corea del Nord sono stati banditi tutti i prodotti occidentali per contrastare “l’occidentalizzazione” della società. (DR COMMODORE)
Kim Jong-un vuole infatti allontanare la cittadinanza dalle usanze occidentali come abiti, film e slang stranieri non di uso comune nella lingua nazionale. in foto: Kim Jong–Un, numero uno della Corea del Nord. (Fanpage.it)
Ha scritto lo scorso mese una lettera alla Lega della gioventù, sollecitando la. Kim Jong-un, leader della Corea del Nord, ha varato una legge per neutralizzare le minacce del «pensiero reazionario» che include sanzioni drastiche: pena di morte o i campi di lavoro e di rieducazione. (ilmattino.it)
Oggi Kim Jong Un ha 37 anni e pesa all’incirca 140 chili. Nel 2014 era scomparso per quasi sei settimane prima di riapparire con un bastone da passeggio. (Today.it)
Il leader della Corea del Nord è un noto fumatore e il padre è morto per arresto cardiaco nel dicembre del 2011. Se lo stanno chiedendo in Corea del Nord a proposito delle condizioni di Kim Jong-un, che dopo più di un mese lontano dai riflettori è riapparso in pubblico. (Il Mattino)
Il leader supremo, nel suo messaggio, ha messo al bando i jeans attillati e le pratiche come il piercing ritenuti simboli dello «stile di vita capitalista», esortando a fare di più per impedire alla «cultura capitalista» di conquistare il Paese. (ilmessaggero.it)