Farmaci: in Atlante Aifa 'gap rosa', bassa aderenza a cure specie fra donne

Il Sannio Quotidiano SALUTE

Inoltre, a differenza di quanto si verifica per il tasso di consumo, rimuovendo l’effetto della deprivazione i livelli di aderenza e persistenza non si modificano”

I numeri descrivono bene il gap uomo-donna: per esempio, per gli antipertensivi l’aderenza scende dal 57,8%, che è il dato registrato negli uomini, al 48,5% delle donne.

Ma spicca in particolare il dato delle donne che “in generale” risultano “meno aderenti rispetto agli uomini per tutte le categorie terapeutiche analizzate, ad eccezione dei farmaci antiosteoporotici”. (Il Sannio Quotidiano)

Su altre fonti

Sulla base dei risultati osservati, il tasso di consumo di farmaci rispecchia la distribuzione geografica e per genere osservata dall'epidemiologia già nota delle malattie "Sono i soggetti residenti nelle aree più deprivate a far registrare i più alti tassi di consumo pro capite" si legge. (Giornale di Sicilia)

Fenomeni sociali, come le disparita' culturali e socio- economiche, costituiscono fattori ambientali in grado di condizionare lo sviluppo delle malattie cardiovascolari in genere. Dall'Aifa ricordano che la posizione socioeconomica non preclude l'accesso alle cure, ma e', al contrario, fortemente correlata con l'uso dei farmaci. (Lo Speciale)

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Un trend inverso, con consumi maggiori nelle aree del Nord e minori al Sud, viene invece osservato per i farmaci antidepressivi. In generale, le donne sono meno aderenti rispetto agli uomini per tutte le categorie terapeutiche analizzate, ad eccezione dei farmaci antiosteoporotici. (Farmacista33)

Fenomeni sociali, come le disparità culturali e socio- economiche, costituiscono fattori ambientali in grado di condizionare lo sviluppo delle malattie cardiovascolari in genere. (Gazzetta del Sud)

Correlazioni di questo tipo invece non emergono analizzando l’aderenza e la persistenza al trattamento” (Adnkronos Salute) – In Italia “è stato chiaramente evidenziato che l’uso dei farmaci è più alto nelle aree più disagiate, quasi a mostrare un indicatore di patologia o di richiesta sanitaria” associato a queste condizioni di disagio, “in particolare nel Sud Italia”. (Il Sannio Quotidiano)