«Niente cellulari durante le lezioni», Valditara tra dichiarazioni e polemiche

La Gazzetta del Mezzogiorno INTERNO

«Via i cellulari dalle classi nelle ore di lezione». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara intervistato da Monica Setta per la Rai. La proposta, ha spiegato il ministro, va nella direzione di garantire a studenti e docenti un tempo di studio in classe senza distrazioni. Valditara ha ribadito la sua ipotesi di togliere il reddito di cittadinanza ai giovani percettori che non hanno nemmeno l’obbligo scolastico. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

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Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ospite della trasmissione ‘A cena da Maria Latella‘ su Skytg24. “Si parte da una considerazione. Un Paese bloccato dagli anni 50 agli anni 60 è riuscito a garantire un ascensore che si è poi bloccato. (Orizzonte Scuola)

La nuova proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è un’appassionata lotta contro il tempo: vietare gli smartphone dentro le scuole (nel 2022). Smartphone vietati in classe, la psicologa: “Assurdo, meglio usarli come strumenti per insegnare” La proposta è arrivata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. (Fanpage.it)

È altrettanto noto che i più furbi, durante le verifiche scritte, utilizzano i cellulari per trovare le soluzioni, magari le versioni di latino e greco già tradotte o gli esercizi di matematica già fatti. (Secolo d'Italia)

"In Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia tra i 18 e i 29 anni. "Un ragazzo non può consapevolmente rinunciare a coltivare i suoi talenti in qualunque forma, ed essere contemporaneamente pagato dallo Stato, ovvero dai cittadini italiani”. (Adnkronos)

Valditara: reddito di cittadinanza paghetta immeritata Innanzitutto il leghista è tornato sulla questione del Reddito di Cittadinanza, che sarà abolito dal 2024 per chi è in condizione di lavorare. (Tecnica della Scuola)

«Via i cellulari in classe durante le ore di lezione». Affermazioni sulle quali il ministro poi precisa di aver usato «un termine inadeguato": «mi dispiaccio io per primo», confermando tuttavia il messaggio ai ragazzi, di «imparare l’umiltà di chiedere scusa». (Gazzetta di Parma)