Musetti e la finale a metà: splendore e amarezza a Montecarlo




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Lorenzo Musetti ha vissuto, nella finale di Montecarlo, una partita sospesa tra il sublime e l’amaro. Il primo set, chiuso con una palla corta degna di un artista, è stato il culmine di una settimana in cui l’azzurro ha dimostrato di poter competere con i migliori. Poi, però, il ritorno di Carlos Alcaraz, implacabile nel rimontare, e quel fastidio al quadricipite destro che ha spezzato il suo ritmo, costringendolo a una resa inevitabile. «Speravo di giocarmela fino alla fine», ha confessato Musetti, che ora dovrà sottoporsi a esami per valutare l’entità del problema, rinunciando nel frattempo al torneo di Barcellona.
Le sue parole sul campo, dopo la sconfitta, hanno mescolato orgoglio e rammarico. «È stato uno dei tornei più belli della mia carriera», ha detto, ringraziando Alcaraz per «la lezione» ricevuta. Un’ammissione che non suona come una semplice formalità, ma come la consapevolezza di aver sfiorato qualcosa di importante. Ivan Ljubicic, commentando la prestazione, non ha usato mezzi termini: «Musetti è ormai un giocatore che può pensare a vincere tornei». Un riconoscimento che va oltre l’occasione mancata, sottolineando la crescita di un tennista capace, ormai, di imporsi tra i grandi.