Macerata, la morte della 19enne Azka: il padre è stato condannato all'ergastolo

Corriere Adriatico INTERNO

Accolta la richiesta del procuratore capo Giovanni Giorgio.

. Morrovalle, morte di Azka: i fratelli confermano le accuse al padre. Macerata, morte di Akza: il padre indagato anche per violenza sessuale. Per l’accusa il muratore di 45 anni il 24 febbraio 2018 aveva picchiato la figlia rompendole la mandibola per poi lasciarla a terra sulla strada priva di sensi prima che venisse investita da un’auto. (Corriere Adriatico)

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L’uomo, di nazionalità pakistana, è stato condannato anche per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. L’ipotesi sostenuta dal procuratore di Macerata Giovanni Giorgio, ora accolta dai giudici, servì a chiedere la modifica del capo d’imputazione in omicidio volontario. (Open)

"Ci riteniamo soddisfatti perché sono state accolte le nostre tesi. Dalle indagini, poi, emerse che la ragazza era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un'auto l'aveva travolta. (la Repubblica)

Dalle indagini, poi, emerse che la ragazza era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un'auto che sopraggiungeva l'aveva travolta. (Rai News)

La ragazza morì il 24 febbraio del 2018 a Trodica di Morrovalle (Macerata), investita da un’auto su una strada provinciale. Dopo quasi cinque ore e mezza di camera di consiglio la Corte d’assise di Macerata ha condannato all’ergastolo il 45enne pakistano per omicidio volontario ma anche per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. (Corriere della Sera)

Si lasciava violentare dal padre per salvare la sorellina. Nonostante non fosse alla guida del veicolo che ha investito mortalmente la ragazza, Riaz si è visto contestare l'accusa di omicidio volontario. (Fanpage.it)

«La sentenza non rispecchia la realtà di quanto emerso al processo – dice l’avvocato Francesco Giorgio Laganà, difensore dell’imputato -. Anche la mia assistita non ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza del marito» dice l’avvocato Nardozza che tutela la madre di Azka, parte civile al processo. (Cronache Maceratesi)