Johnson ammette la festa a Downing Street durante il lockdown del 2020

Dire ESTERI

– Il primo ministro del Regno Unito Boris Johnson ha ammesso davanti alla Camera dei Comuni di aver violato le norme sugli assembramenti in vigore nel Paese nella prima metà del 2020 per contrastare la pandemia di Covid-19 per partecipare brevemente a una festa nella sede del governo nonché sua residenza, al numero 10 di Downing Street, a Londra.

“Conosco la rabbia che provano con me per il governo che guido quando pensano che a Downing Street le regole non siano adeguatamente seguite dalle persone che le stabiliscono”, ha detto il primo ministro scusandosi ufficialmente per quanto avvenuto. (Dire)

Su altri giornali

Johnson - in chiara difficoltà - ha replicato dicendo di assumersi la responsabilità, ma ha negato che l'evento sia stato un party e si è trincerato dietro i risultati di un'inchiesta interna. Il premier britannico Boris Johnson si è scusato in parlamento per il cosiddetto "party gate" legato a un incontro organizzato nel giardino di Downing Street nel maggio del 2020 quando il Regno Unito era ancora in confinamento. (RSI.ch Informazione)

Il leader dell'opposizione laburista Keir Starmer ha sfidato in Parlamento il premier conservatore a dimettersi dopo l'ammissione di responsabilità. Starmer ha definito le scuse di Johnson "senza valore", accusandolo di aver mentito alla Camera e al popolo britannico, scatenandone la furia. (Tiscali Notizie)

Londra (Regno Unito), 14 gen. (LaPresse)

Boris Johnson, intervenuto alla Camera dei Comuni, si è scusato per il party organizzato il 20 maggio 2020, in pieno lockdown, nei giardini di Downing Street al quale erano presenti centinaia di persone. (Il Fatto Quotidiano)

Ma le smentite non impedirono a Johnson di ripetere lo slogan dall’autobus acquistato per la campagna, costato 400 mila sterline. Prima della nascita di Romy, Johnson aveva confermato di avere sei figli, il che porta il totale a sette. (La Stampa)