Paesi sicuri, nella bozza della Ue anche Egitto e Bangladesh

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Egitto e Bangladesh, come fortemente voleva il governo italiano. E poi Tunisia, Marocco, Colombia (probabilmente per venire incontro alle richieste della Spagna), India e Kosovo. C’è una prima bozza della lista dei Paesi sicuri che la Commissione europea sta stilando e che verrà poi sottoposta per l’analisi e l’eventuale approvazione a tutti gli Stati membri. È una lista di appena sette Paesi, contro i diciannove che con un decreto legge dell’ottobre del 2024 l’esecutivo Meloni ha dichiarato sicuri e dunque verso i quali sono possibili i rimpatri ma pure l’applicazione delle procedure accelerate di frontiera, come quelle che sarebbero dovuto avvenire, se non fosse arrivato il no motivato dei giudici di Roma, nei centri per migranti in Albania. (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Gli altri 5 Paesi designati come sicuri sono Colombia, Tunisia, Marocco, India e Kosovo. Sono nella lista provvisoria che sarà distribuita agli Stati membri nelle prossime ore, secondo quanto emerge dalla bozza del documento. (RaiNews)
Nell'elenco figurano anche Colombia, Tunisia, Marocco, India e Kosovo. E' quanto emerge dalla bozza del documento. (Tgcom24)
In particolare leggiamo nel provvedimento, non vincolante per la decisione finale della CGUE attesa prima dell’estate, che: «Uno Stato membro può designare un Paese terzo come Paese di origine sicuro mediante un atto legislativo. (Il Dubbio)

Si tratta di Egitto, Bangladesh, Colombia, Tunisia, Marocco, India e Kosovo. Ursula von der Leyen aveva promesso che la lista sarebbe arrivata entro giugno 2024 e puntualmente, entro la prima metà di aprile, è stata diramata la bozza, avendo quindi il tempo nei prossimi due mesi di arrivare a una versione definitiva. (il Giornale)
L'elenco dei Paesi sicuri promesso da Ursula von der Leyen entro giugno segue la direttiva sui rimpatri varata a marzo dal governo europeo. (il Giornale)
Roma – Metti l’Egitto in cui ha trovato la morte Giulio Regeni, o la Tunisia dove attivisti, giornalisti, oppositori finiscono in carcere e la caccia al migrante è all’ordine del giorno. (la Repubblica)