Via libera al primo suicidio medicalmente assistito in Italia

L'Osservatore d'Italia INTERNO

Mario, camionista marchigiano di 43 anni, tetraplegico immobilizzato da 10 anni dopo un incidente stradale, è il primo malato a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito in Italia.

La sentenza ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art.

La sentenza della Corte Costituzionale numero 242 del 22 novembre 2019 ha aperto la strada al suicidio assistito, sia pure circoscrivendolo con paletti molto rigorosi. (L'Osservatore d'Italia)

Su altre fonti

A chiederlo Mario di Ancona, tetraplegico da dieci anni, ad autorizzarlo il Comitato etico dell’Azienda sanitaria locale (la Asur Marche) verificate le quattro condizioni disposte dalla Corte Costituzionale per accedere al farmaco letale. (Tiburno.tv)

Ma c’è un confine da superare per accedere al suicidio assistito? A quali condizioni è lecito ricorrere al suicidio assistito? (La Legge per Tutti)

Mario, nome di fantasia, sarà infatti, così si legge nel comunicato diffuso dall’Associazione Coscioni, “il primo malato a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito in Italia”. Mario dopo aver letto il parere ha commentato: “Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni”. (Roccarainola.net)

Un appuntamento importante, soprattutto quest’anno, che segna la vera ripartenza per il mondo dei teatri e della cultura e che MUMAC ha voluto sostenere fortemente. La collaborazione con il Teatro alla Scala si consolida ulteriormente grazie al supporto di LaCimbali, storico brand di Gruppo Cimbali, e ancora una volta di MUMAC, Museo della macchina per caffè di Gruppo Cimbali per la mostra “Giorgio Strehler alla Scala”. (MI-LORENTEGGIO.COM.)

Ad accompagnarlo fino alla clinica dove è morto, è stato il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni Marco Cappato É un passettino in avanti rispetto al processo per Fabiano e alla sentenza della Corte Costituzionale. (LaPresse)

Le quattro condizioni per l’accesso al suicidio assistito, dettate nel 2019 dalla Corte Costituzionale con la sentenza Cappato-Dj Fabo, sono: il paziente è tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale; è affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili; è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli; non è sua intenzione avvalersi di altri trattamenti sanitari per il dolore e la sedazione profonda (Tp24)