Zelensky parla con Trump mentre Mosca celebra il "giorno della vittoria" tra tregua e accuse

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Mentre a Mosca si svolge la tradizionale parata militare per l’80° anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista, definita dal Cremlino come la «più grande» di sempre, le tensioni con Kiev non accennano a placarsi. Vladimir Putin ha annunciato una tregua «umanitaria» in coincidenza con le commemorazioni, ma l’Ucraina l’ha bollata come una «farsa», denunciando quella che considera una mera operazione di propaganda.

Volodymyr Zelensky, in un messaggio su Telegram, ha riferito di aver avuto una «bella conversazione» con Donald Trump, senza entrare nel dettaglio dei contenuti ma sottolineando il tono «costruttivo» del dialogo. L’occasione, il Giorno della Vittoria in Europa, è stata anche utilizzata dal presidente ucraino per rilanciare l’appello a un «cessate il fuoco duraturo», purché sia «reale» e non solo formale. «Nessun attacco missilistico, nessun drone, nessuna offensiva al fronte», ha precisato, lasciando intendere che la diffidenza verso Mosca rimane alta.

Trump, dal canto suo, sembra aver intensificato la pressione diplomatica, inviando un messaggio a Putin nel giorno in cui la Russia celebra uno dei suoi simboli più consolidati. Fonti statunitensi parlano di un «quasi ultimatum», anche se i dettagli non sono stati resi pubblici. Quel che è certo è che la tregua proposta da Mosca, presentata come un gesto di distensione, non ha convinto Kiev, che continua a denunciare violazioni lungo la linea del fronte e mette in guardia sulla sicurezza dei leader internazionali presenti alle celebrazioni russe.