Trump valuta l'esenzione temporanea dei dazi sulle auto: "Parole più belle del vocabolario"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ECONOMIA

Nella Sala Ovale, Donald Trump ha ribadito il suo entusiasmo per i dazi, definendoli "insieme ad amore e famiglia, una delle parole più belle del vocabolario". Ma mentre l’amministrazione americana cerca di evitare un’escalation, il caos sulle tariffe doganali non accenna a placarsi. L’inquilino della Casa Bianca sembra ora orientato a un approccio settoriale, procedendo a ritocchi mirati: niente dazi, per il momento, su smartphone, computer e altri prodotti tecnologici, mentre si ipotizzano nuove tariffe per semiconduttori e farmaci già dalla prossima settimana.

A beneficiare di una possibile tregua potrebbe essere il settore automobilistico, già colpito da un’imposta del 25%. L’idea di un’esenzione temporanea nasce dalla consapevolezza dei rischi economici: i costi sono schizzati alle stelle, trascinando con sé i prezzi al dettaglio. "Si rischia il crollo delle vendite", avvertono gli analisti, secondo cui l’impatto potrebbe raggiungere i 160 miliardi di dollari per le case automobilistiche e tra i 2.000 e i 4.000 euro in più per i consumatori.

Secondo il Boston Consulting Group, l’aumento dei costi di produzione – che potrebbe arrivare appunto a 160 miliardi – verrebbe scaricato in parte sui listini, con rincari fino a 4.000 dollari nel giro di un anno. L’effetto collaterale? Una contrazione del mercato, almeno finché le catene di approvvigionamento non verranno riorganizzate. Ma tutto dipenderà dagli obiettivi reali della guerra commerciale voluta da Trump, il cui esito resta incerto.

Intanto, le prime conseguenze si fanno sentire. Se alcune case possono contare sulle scorte già presenti negli Stati Uniti per tamponare la domanda, altre hanno annunciato lo stop temporaneo alle esportazioni verso il mercato americano. Il settore, già sotto pressione, deve fare i conti con una stima allarmante: "Sul mondo automotive incombe una tegola da 390 miliardi di dollari", spiega Dario Duse, responsabile automotive di AlixPartners per l’Europa. Di questi, 250 miliardi riguarderebbero i veicoli e 140 la componentistica.