Quando il ‘rifiuto’ diventa arte: a Foligno la mostra di Silvana Di Vora che restituisce bellezza e nobilita lo scarto
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Si è tenuta al VCube l’esposizione di opere realizzate con trucioli di acciaio, ottone, sferette ed altri residui di lavorazione industriale L’arte di Silvana Di Vora entra in uno studio fotografico e lo trasforma per due giorni in uno spazio dove l’artista racconta, attraverso diciannove opere, come lo scarto industriale possa divenire parte integrante della bellezza. Successo per la personale Quando il ‘rifiuto’ diventa arte, in scena sabato 26 e domenica 27 al VCube studio nell’area industriale di Foligno e che ha avuto tra i suoi ammiratori anche il pittore Luigi Fratti. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
La notizia riportata su altri media
"Erano d'accordo su tutto, c'era un lunghissimo protocollo che era stato intrapreso e concordato. Cioè, erano d'accordo su tutti gli spostamenti, i costi, eccetera" ma poi "c'è stato un veto totale" da parte del ministro Sangiuliano che sulla mostra sul Futurismo ha deciso tutto e "non l'ha fatto mai neanche Mussolini". (La Stampa)
Dall’aquila sul petto di Giuli al profondo segno sulla testa del predecessore Sangiuliano, che sembra inferto dall’artiglio d’un tremendo rapace. (Il Fatto Quotidiano)
L’evento culturale del tormentato corrente anno che volge alla fine non è ancora accaduto, ma non sono mancate le polemiche preventive. È la mostra sul futurismo, più il convegno e il catalogo che l’accompagneranno, il 2 dicembre, a ottant’anni esatti dalla morte del suo fondatore, Filippo Tommaso Marinetti. (Torino Cronaca)
Cioè, erano d'accordo su tutti gli spostamenti, i costi, eccetera" ma poi "c'è stato un veto totale" da parte del ministro Sangiuliano che sulla mostra sul Futurismo ha deciso tutto e "non l'ha fatto mai neanche Mussolini". (la Repubblica)
La Galleria Russo, diretta da 40 anni da Fabrizio Russo, è una polarità nazionale della promozione dell’arte della prima metà del ’900, tra cui quella futurista. Ciò lo ha catapultato nell’occhio del ciclone delle polemiche che hanno investito organizzazione e concezione della mostra, con accuse di interesse privato e di favoritismi politici. (Il giornale dell'Arte)
Il «nuovo caso Boccia al maschile»? Un’iperbole per bollare la vicenda sviluppatasi attorno alla maxi-mostra sul Futurismo in programma alla Galleria d’arte moderna di Roma. Perché, è il parallelo tracciato, anche in questo caso una collaborazione di peso col ministero della Cultura è stata stracciata sul più bello: quella col critico d’arte Alberto Dambruoso. (Open)