Giuseppa Dinoi è morta per mano del suo compagno

La Voce di Manduria INTERNO

Non un semplice numero, ma una donna in carne e ossa, Giuseppa Loredana Dinoi, morta per mano del suo compagno.

In queste situazioni ci chiediamo: se Giuseppa Loredana si fosse rivolta ad un centro antiviolenza, se si fosse rivolta alle forze dell’ordine o ai servizi, sarebbe ancora viva?

Dovremmo chiederci, invece, ogni volta che viene perpetrato un femminicidio il perché.

Troverai un’equipe di professioniste, tutte donne, che ti ascolteranno, ti crederanno, ti offriranno sostegno psicologico, assistenza legale e sociale, in modo totalmente gratuito e nella più assoluta riservatezza. (La Voce di Manduria)

Ne parlano anche altri media

Ancora un altro femminicidio: è accaduto a Manduria, al culmine di una lite domestica culminata in tragedia. Nello specifico, la donna era stata raggiunta da diversi fendenti sferrati con un grosso taglierino al volto, al collo, al torace e agli arti superiori. (LecceSette)

Si tratta del secondo pareggio consecutivo per i ragazzi di Alberto Bollini, dopo quello ottenuto con l'Inghilterra (sempre 1-1) appena cinque giorni fa. Nella ripresa il Portogallo è rimasto subito in 10 per l'espulsione di André Amaro, mettendo in difficoltà gli azzurri nella ricerca dello spazio. (Rai Sport)

Agli inizi degli anni Novanta venne poi accusato di reati di mafia contro cui si è sempre dichiarato innocente dicendosi vittima di un errore giudiziario. In questo periodo la settantunenne uccisa, evidentemente impietosita dalle condizioni di indigenza dell’ex imprenditore, aveva deciso di dargli ospitalità nel suo appartamento popolare. (La Voce di Manduria)

La coppia conviveva da alcuni anni in un appartamento di edilizia popolare Sul posto sono intervenuti dopo poco i carabinieri della Compagnia di Manduria e i sanitari del 118 che hanno provato invano a rianimare la donna. (leggo.it)

E' morta invece sul colpo la sua compagna, Giuseppa Loredana Dinoi, orrendamente sfigurata e sgozzata. Al termine del folle gesto l’uomo, con la stessa arma usata per commettere l'omicidio, si era autoinferto vari tagli agli arti superiori ed al collo, senza tuttavia procurarsi gravi lesioni. (La Voce di Manduria)

È stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale Giannuzzi per le prime cure mediche, poi è stato portato in carcere, a Taranto, su disposizione del pm di turno. Il suo compagno – fanno sapere i carabinieri – risulta «pluripregiudicato per rapina, estorsione e reati associativi e, in passato, già sorvegliato speciale (La Stampa)