Caso banche dati, "violato il sistema del ministero dell'Interno e una mail di Mattarella"
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Per gli inquirenti, la presunta organizzazione di hacker ed ex appartenenti alle forze dell'ordine avrebbe "bucato" il Centro dati del dicastero guidato da Piantedosi grazie all'infiltrazione di "persone di fiducia" nel gruppo di lavoro che si occupa della creazione e manutenzione di quell'archivio. Gli arrestati avrebbero anche "utilizzato abusivamente" se non "clonato" un account di posta elettronica nelle disponibilità del capo dello Stato Nell'inchiesta sul presunto furto dalle banche dati ad opera di un'organizzazione di hacker e ex appartenenti alle forze dell'ordine, spunta la possibilità che gli arrestati abbiano "bucato" il ministero dell'Interno. (Sky Tg24 )
Ne parlano anche altre testate
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, sarebbe solo uno dei tanti "spiati" nel mondo della politica. Ancora il mio nome nel mirino, a Milano come già era accaduto a Bari, nelle ricerche dei finanzieri corrotti come nelle pubblicazioni illegali del Fatto Quotidiano. (Liberoquotidiano.it)
Carmine Gallo è un poliziotto, sarebbe stato lui, secondo le accuse, a effettuare materialmente gli "accertamenti" nelle banche date strategiche nazionali. Enrico Pazzali, invece, un manager che è stato capace di attraversare le più disparate stagioni della politica, avrebbe agito come consulente. (L'HuffPost)
E che uno degli indagati voleva anche proporre di vendere alla Lega. Si chiama Beyond il gioiello della Equalize, l’azienda d’investigazione al centro dell’inchiesta della procura di Milano. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Poi Ignazio La Russa, che ha appena appreso di essere stato tra i personaggi pubblici finito nella rete degli hacker della Equalize, l’agenzia di investigazioni di Enrico Pazzali che ha redatto migliaia di dossier abusivi, torna serio e riflette su quello che sta accadendo. (Corriere Roma)
Due degli indagati sono infatti in servizio nella Dia di Lecce: si tratta di Giuliano Schiano, maresciallo della guardia di finanza e originario di Napoli, e del maresciallo dei carabinieri Tommaso Cagnazzo. (Corriere della Sera)
MODENA. C’è più di un filo che conduce in Emilia nella maxi inchiesta hacker condotta dai carabinieri di Varese e coordinata dalla Dda di Milano e dalla Direzione nazionale antimafia, che ha portato complessivamente a sette misure cautelari: ai domiciliari sono finiti l’ex super poliziotto e amministratore delegato dell’agenzia Equalize, Carmine Gallo, l’amministratore unico della Mercury Advisor, Massimiliano Camponovo, il socio e consulente informatico e investigativo, Nunzio Samuele Calamucci, e il 38enne correggese, Giulio Cornelli, amministratore e socio unico della Dag (ovvero Develop And Go), con sede a Reggio Emilia in via Gandhi 20, società tutte poste sotto sequestro preventivo. (Gazzetta di Modena)