Caso Almasri, le accuse al governo e i punti da chiarire



Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il "caso Almasri" ha scatenato un acceso scontro istituzionale tra il governo e la magistratura, dopo che la Procura di Roma ha notificato l'avviso di avvenuta iscrizione nel registro degli indagati alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. L'inchiesta riguarda la liberazione e l'immediato rimpatrio con volo di Stato del generale libico Osama Almasri, un'operazione che ha sollevato numerosi interrogativi e polemiche.
Secondo Silvestri (M5s), l'Italia avrebbe mostrato debolezza nei confronti della Libia, permettendo ad Almasri di tornare nel suo paese e di vantarsi di aver messo in difficoltà il governo italiano. Questo, secondo il deputato, potrebbe indurre la Libia a fare ulteriori richieste all'Italia, sfruttando una presunta vulnerabilità della presidente Meloni. La questione è ulteriormente complicata dal fatto che negli ultimi due anni sono entrati in Italia circa 220mila migranti, un dato che alimenta le preoccupazioni sulla gestione dei flussi migratori e sulla sicurezza nazionale.
Nel frattempo, l'avvocato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, è già al lavoro per preparare le memorie difensive per Meloni e i ministri coinvolti. Bongiorno ha il compito di neutralizzare le accuse mosse dalla Procura, che ha iscritto nel registro degli indagati i vertici del governo per la gestione del caso Almasri. La difesa si concentrerà sulla legittimità delle azioni intraprese e sulla necessità di garantire la sicurezza nazionale.
Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato di Forza Italia, ha criticato duramente l'operato della magistratura, accusandola di non avere a cuore la sicurezza dell'Italia. Secondo Gasparri, l'opinione pubblica si chiede perché i magistrati non abbiano considerato l'importanza di proteggere il paese dalle minacce esterne.