Il derby di Roma finisce nel caos: stop alle trasferte e sei arresti tra gli ultrà



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Non poteva che chiudersi con misure drastiche il derby che ha trasformato le strade di Roma in un campo di battaglia. Dopo gli scontri fuori dall’Olimpico, che hanno lasciato sul terreno ventiquattro agenti feriti, il ministero dell’Interno ha deciso di vietare per tre turni le trasferte alle tifoserie di Roma e Lazio. Ma non è tutto: dalla prossima stagione, i derby non potranno più essere disputati in notturna, una misura che rischia di complicare gli equilibri tra Lega Serie A e broadcaster come Dazn e Sky, abituati a sfruttare gli orari serali per massimizzare gli ascolti.
A pesare sulla decisione, oltre alla guerriglia urbana che ha preceduto la partita, è stato anche l’episodio occorso dentro lo stadio, dove un agente sarebbe rimasto ferito. Un fatto che, se confermato – nonostante la Questura abbia minimizzato la gravità degli incidenti all’interno dell’impianto – potrebbe portare a ulteriori sanzioni, dalla chiusura di un settore alla squalifica del campo per la società ritenuta responsabile. Il giudice sportivo Mastrandrea, nel comunicato ufficiale, ha chiesto un supplemento d’indagine, lasciando intendere che la vicenda potrebbe avere sviluppi disciplinari.
Intanto, la repressione colpisce direttamente i gruppi ultrà: sei arresti sono già stati eseguiti, mentre la stretta del Viminale sembra riportare indietro le lancette di un decennio, ripristinando misure di sicurezza che molti credevano superate. La decisione di vietare le partite serali a rischio, in particolare, segna un cambio di passo nella gestione dell’ordine pubblico, con un approccio che privilegia la prevenzione rispetto all’emergenza.