Calciomercato Napoli, il borsino finale: pasticci a ripetizione, in extremis c'è Okafor





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Il mercato invernale del Napoli si è chiuso con un bilancio che difficilmente potrà essere definito positivo, segnato da una serie di scelte discutibili e da un finale in extremis che ha visto l’arrivo di Noah Okafor dal Milan. La gestione De Laurentiis, da sempre al centro di polemiche per le sue strategie di mercato, questa volta ha mostrato tutte le sue fragilità, lasciando trasparire una pianificazione poco chiara e una serie di errori che hanno pesato sull’andamento delle trattative.
L’addio di Khvicha Kvaratskhelia, giocatore chiave per il Napoli negli ultimi anni, ha rappresentato il punto di svolta negativo di questa finestra di mercato. La partenza del georgiano, nonostante i rumors sui problemi di rinnovo contrattuale, non sembrava essere stata prevista con sufficiente anticipo, creando un vuoto difficile da colmare. La mancanza di un piano B solido ha portato a una corsa contro il tempo per trovare un sostituto all’altezza, con il rischio di sottovalutare le reali esigenze della squadra.
Proprio nell’ultima mezz’ora di mercato, il Napoli ha annunciato l’acquisto di Noah Okafor, attaccante svizzero classe 2000, prelevato dal Milan. L’operazione, conclusa in extremis, ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, Okafor rappresenta un giovane talento con margine di crescita, dall’altro, il timing dell’acquisto e le circostanze che lo hanno preceduto lasciano dubbi sulla reale capacità del club di gestire situazioni complesse. La Gazzetta dello Sport, nella sua edizione del 4 febbraio 2025, ha definito l’arrivo di Okafor una “sorpresa per Conte”, sottolineando come il tecnico abbia dovuto adattarsi a un cambio di programma non previsto.
Oltre all’arrivo di Okafor, il Napoli ha guardato anche al futuro, depositando in Lega Serie A il contratto di Ivan Anic, giovane promessa classe 2007. Un investimento a lungo termine che, tuttavia, non risolve le criticità immediate della rosa. La mancanza di un rinforzo di peso per sostituire Kvaratskhelia, unita alle difficoltà emerse nel corso delle trattative, ha lasciato l’impressione di un mercato gestito in modo approssimativo, lontano dalla precisione e dalla lungimiranza che sarebbero state necessarie.