Julian Assange, la moglie denuncia: “Lo hanno perquisito e trasferito in una cella d’isolamento

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Questi fatti – ha commentato John Rees, animatore della campagna ‘Assange libero’ – “mostrano come le autorità reagiscano in modo vendicativo alle pressioni.

A denunciare il trattamento al quale è stato sottoposto il giornalista australiano è stata la moglie, l’avvocata sudafricana Stella Moris.

Grazie ad Assange vennero resi pubblici anche file relativi a crimini di guerra americani in Afghanistan o Iraq (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri media

Ascolta la versione audio dell'articolo. 2' di lettura. La ministra dell’Interno britannica, Priti Patel, ha ordinato l’estrazione negli Stati Uniti di Julian Assange. “Priti Patel aveva il potere di fare la cosa giusta, invece sarà ricordata come complice degli Stati Uniti, del loro progetto di trasformare il giornalismo investigativo in un’impresa criminale”, ha aggiunto. (Il Sole 24 ORE)

Julian Assange, attualmente detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, non ha avuto visite nel fine settimana successivo all’annuncio di venerdì scorso. Il giornalista e fondatore di WikiLeaks, Julian Assange è stato perquisito e trasferito il giorno in cui il ministro dell’Interno britannico, Priti Patel, ha firmato il decreto per la sua estradizione negli Stati Uniti. (Secolo d'Italia)

La denuncia arriva dalla moglie, Stella Assange secondo cui al fondatore di WikiLeaks è stato detto che sarebbe stato trasferito in un'altra cella - poi risultata essere completamente spoglia - "per la sua stessa protezione". (Adnkronos)

La condanna di Assange è anche un avvertimento per tutti quei giornalisti e mezzi di comunicazione indipendenti che vogliono raccontare la verità della vita dei popoli IL PODCAST – Perché il Potere Segreto vuole distruggere Assange? (Il Fatto Quotidiano)

Ha onorato la libera informazione e gli dobbiamo davvero tanto. Chi volesse aderire su Milano può scrivere a [email protected] Vi aspetto in tanti e tanti miei colleghi. (Radio Radio)

L’epilogo temuto dai sostenitori del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, è diventato realtà. (Il Fatto Quotidiano)