A Torino l’altra indagine su Forza Nuova per apologia del fascismo: nel 2019 lo striscione che lasciava pochi dubbi, nelle sedi armi e svastiche

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Busti di Mussolini, striscioni e simboli fascisti, erano stati gli oggetti sequestrati in larga parte, come raccontato da la Repubblica.

Secondo quanto riportato da Ansa, gli indagati sono tre, tra i quali anche il coordinatore regionale Luigi Cortese.

Il caso è quello di uno striscione comparso nel 2019 in corso Unità d’Italia, sul quale era scritto: «Spezza le catene dell’usura, vota fascista, vota Forza Nuova». (Open)

Ne parlano anche altre testate

Saija, dirigente all’epoca dei fatti di spicco di Forza Nuova Torino, è indagato anche dalla Procura di Roma per istigazione a delinquere per un comunicato del partito pubblicato domenica scorsa. Sempre secondo quanto si apprende, Cortese ha negato di essere l’autore e di avere autorizzato l’iniziativa (Corriere della Sera)

Il pubblico ministero Enzo Bucarelli ha infatti chiuso le indagini in merito ad uno striscione che era apparso, nel 2019, sul cavalcavia pedonale di corso Unità d'Italia. Luigi Cortese, leader torinese di Forza Nuova, alla pari di altri due militanti, dovrà rispondere dell'accusa di "apologia di fascismo". (TorinoToday)

Stefano Saija, dirigente di spicco di Forza Nuova Torino all'epoca dei fatti, è indagato anche dalla Procura di Roma per istigazione a delinquere per un comunicato del partito pubblicato domenica scorsa. (La Stampa)

L’inchiesta della procura di Torino sullo striscione di Forza Nuova tira in ballo anche i leader No Pass di Sarah Martinenghi. (La Repubblica)

Il blitz aveva permesso di ritrovare manganelli, scudi, mazze, libri e altro materiale, ma non erano emerse prove di attività di apologia del fascismo Cortese, che figura come coordinatore regionale di Forza Nuova ed esponente di un sindacato di estrema destra, avrebbe negato di essere l'autore dell'iniziativa. (La Repubblica)