Addio a Graziano Mesina, la «primula rossa» del banditismo sardo

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Graziano Mesina, una vita tra fughe e condanne Nato a Orgosolo nel 1942, Graziano Mesina divenne celebre negli anni '60 e '70 per una serie di sequestri di persona e per le sue spettacolari evasioni — ben 10 riuscite su 22 tentativi. La sua figura, controversa e affascinante, lo rese un simbolo del banditismo sardo. Nel 2020, poco prima che i carabinieri si presentassero alla sua abitazione per notificargli una condanna definitiva a 30 anni di reclusione (poi ridotti a 24) per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, Mesina si diede alla latitanza. (Vanity Fair Italia)
La notizia riportata su altre testate
Lo scrive su Facebook la garante dei detenuti della Sardegna Irene Testa, in merito alla morte di Graziano Mesina, avvenuta questa mattina alle 8 a poco meno di 24 ore dal differimento della pena per motivi di salute, nel reparto ospedaliero pp dell'ospedale San Paolo di Milano, dove si trovava come malato terminale per un tumore. (L'Unione Sarda.it)
Secondo controversi documenti del Servizio Informazioni Difesa (Sid), portati alla luce dalla Commissione parlamentare sulle stragi nel 1996 - sulla veridicità del contenuto delle 'veline' delle spie romane sono stati, tuttavia, avanzati dubbi da più storici - l'editore di capolavori come "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e "Il dottor Zivago" di Boris Pasternak avrebbe contattato gli ambienti più irriducibili dell'indipendentismo isolano e pensato di finanziare e armare forze locali alla guida del ricercato Grazianeddu. (La Nuova Sardegna)
Graziano Mesina è morto, e con lui se ne va la storia del banditismo sardo. A 83 anni compiuti da poco, lo scorso 4 aprile, Gratzianeddu è morto all'Ospedale San Paolo di Milano, tra la periferia residenziale della Barona e le risaie, dopo esser stato scarcerato nella giornata di ieri dalla prigione di Opera. (InsideOver)

"Hanno aperto le porte del carcere carcere per mandarlo a morire nel reparto detentivo ospedaliero", scrive oggi Testa. "Da oltre un anno le sue legali presentavano istanze rispetto alla sua grave condizione sanitaria. (YouTG.net)
Tra un reato e un’evasione, dopo un processo e prima di una fuga, confuso tra la folla, il bandito di Orgosolo Graziano Mesina, conosciuto in Italia come “Primula Rossa”, durante la latitanza entrava allo stadio Amsicora di Cagliari, prendeva posto sugli spalti e - nascondendo la propria identità, favorito dal riflesso dello schiaffo del sole, dalla complicità del suo popolo e dalla certezza che la vicinanza della prospettiva spesso inganna chi guarda - si godeva l’ora e mezza della partita di calcio della sua squadra del cuore e più di ogni altra cosa, come avrebbe poi raccontato, gli restituiva felicità sapere che al centro dell’attacco c’era un uomo per il quale nutriva una stima profonda, per quello che era e per quello che rappresentava, Gigi Riva. (La Gazzetta dello Sport)
Alla fine la malattia lo ha fatto uscire dal carcere, in modo definitivo. La storica figura del banditismo sardo, Graziano Mesina, è morto all'età di 83 anni proprio all'indomani del suo trasferimento dal carcere di Opera al reparto per detenuti del San Paolo di Milano per ragioni di salute. (rtl.it)