Dazi, per Sefcovic (ancora) niente intesa con gli Stati Uniti. Giovedì Meloni a Washington

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Bruxelles – Nessun accordo commerciale con gli Stati Uniti, non ancora almeno, e neppure un accordo su un regime di dazi zero per l’industria. Il commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, non riesce nell’impresa di eliminare definitivamente lo spettro di una guerra dei dazi con la controparte americana. La sua missione a Washington serve per ribadire la disponibilità a dodici stelle a negoziare e trovare un accordo condiviso, amichevole, tale da evitare l’imposizione delle tariffe sui rispettivi beni da esportare da una sponda all’altra dell’Atlantico. (Eunews)
Ne parlano anche altre testate
BRUXELLES. «Noi di certo ci speriamo». (La Stampa)
La Commissione Ue ieri ha annunciato che i negoziati con l’Amministrazione Trump per disinnescare una guerra commerciale proseguiranno a livello tecnico, dopo che il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ha offerto alle sue controparti un accordo “zero dazi” sui prodotti industriali e una riduzione delle barriere non tariffarie. (Startmag)
Siamo di fronte ad "una partita molto più ampia tra Stati Uniti ed Europa che non riguarda solo i dazi. Ad esempio l'imposta sui servizi digitali, tema prettamente italiano e di pochi altri paesi dell'Unione Europea, e all'imposta globale minima, quest'ultima ritenuta dagli Stati Uniti largamente discriminatoria nei confronti delle multinazionali americane. (Tiscali Notizie)

Dazi, tariffe, controdazi … Sono passati due secoli e mezzo dal Boston Tea Party, ma i dazi sono sempre al centro dei rapporti tra Usa e Vecchio Continente; nel 1773 diedero avvio alla Guerra d’Indipendenza (dalla Gran Bretagna), oggi la “guerra” è con l’Unione Europea intera – e non solo. (Il Sole 24 ORE)
La prima proposta della Commissione europea nel negoziato con gli Stati Uniti è stata di azzerare da entrambe le parti i dazi sui prodotti industriali, incluse le auto: sui prodotti chimici, plastica, macchinari e il resto dei beni industriali. (Corriere della Sera)
Non ci sorprende dunque che di fronte al pericolo concreto di recessione l’entrata in vigore dei dazi sia stata sospesa di 90 giorni, anche se solo per i Paesi che non avevano adottato contromisure e solo per la parte eccedente il 10%. (Il Sole 24 ORE)