Conte si barcamena su Cartabia e Cingolani, la pancia del Movimento ribolle

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(Photo: Francesco Fotia). È nel limbo il Movimento 5 stelle dopo l’incontro di oggi tra Giuseppe Conte e Mario Draghi.

Ecco che Conte sta studiando un modo per dare un segnale ai suoi, piantare una bandierina che non faccia storcere il naso a Palazzo Chigi.

Come muoversi nel perimetro strettissimo imposto da Draghi senza scontentare i duri e puri è il cruccio di queste ore di Conte.

“Pieno sostegno al ministro Cingolani”, ha detto Conte uscendo da Palazzo Chigi

“Il problema sono proprio gli emendamenti proposti da Cartabia, non va bene praticamente nulla”, si sfoga un onorevole. (Yahoo Notizie)

Ne parlano anche altre testate

Anche il Green Pass, d'altronde, potrebbe essere utilizzato in modo diverso a seconda del colore della regione. Conte ha ribadito che sul piano vaccinale e sulla politica sanitaria il governo Draghi gode del pieno sostegno del M5S, e ha annunciato che anche il ddl Zan che punisce la transomofobia ha «l'appoggio» totale del Movimento. (Italia Oggi)

Il punto è che la ragionevolezza dei toni un po’ stride con l’impossibilità di superare quella «mediazione» evocata da Cartabia. Poi c’è quel passaggio sul danno alle vittime ma anche agli imputati, lasciati, ricorda Cartabia, «per anni in un limbo che il più delle volte condiziona l’intera esistenza: teniamo sempre in mente entrambe le prospettive» (Il Dubbio)

Di “pace fredda” fra Conte e Draghi ha parlato La Stampa, mentre Il Giornale della famiglia Berlusconi ha sparato senza indugio un titolo forte su tutta la prima pagina come “il flop di Conte”. Che è stato il titolo del commento. (Startmag Web magazine)

Solo modifiche mirate. Draghi avrebbe invitato l'interlocutore ricevuto nella sede del governo a confrontarsi con il ministro, senza scendere nel merito. La preoccupazione del Pd è di ritrovarsi isolato in un governo che senza il Movimento 5 stelle rimarrebbe a trazione centrodestra. (Yahoo Finanza)

Ma il premier Mario Draghi è disponibile solo a piccoli cambiamenti, oltre non è intenzionato ad andare. Chiede che la discussione sulla riforma del processo penale sia lasciata ai parlamentari che manovrano il dossier giustizia. (ilmattino.it)

Ha, invece, meno scusanti Letta che fa politica da quando aveva i calzoncini corti. Proprio come è stonato il nuovo protagonismo velleitario di Giuseppe Conte, che si è eretto a paladino della parte più intransigente della magistratura. (il Giornale)