Italiani scoprono la “porta” usata dal virus per aggredirci

Avvenire.it SALUTE

Due gli elementi cardine utilizzati nella ricerca pubblicata su Science Immunology: l’aerosol, che provoca il contagio molto simile a quello naturale, e topi transgenici.

Capace di bloccare direttamente il recettore “Ace2”, ovvero la “porta” che il coronavirus usa per entrare nelle cellule umane.

Il team italiano ha così spostato l’attenzione dalle caratteristiche del virus a quelle della cellula umana bersaglio del virus. (Avvenire.it)

La notizia riportata su altri giornali

La strada che condurrà al farmaco ha preso avvio dallo studio promosso da Istituto Italiano di Tecnologia, Scuola Superiore Sant'Anna, Università degli Studi di Milano, ora pubblicato sulla rivista 'Pharmacological Research', organo della 'International Union of Basic and Clinical Pharmacology'. (PisaToday)

Come laghi in cui le acque superficiali non si rimescolano con quelle del fondo e laghi poco profondi. Ciò permetterà di valutare se gli obiettivi di qualità, già raggiunti o da raggiungere, potranno essere mantenuti nel tempo. (MI-LORENTEGGIO.COM.)

In questo senso, infatti, le potenziali tossicità degli acidi nucleici come farmaci sono di gran lunga inferiori rispetto ad altri farmaci innovativi come gli anticorpi monoclonali o altre proteine terapeutiche”. (Basilicata24)

Arriverà dalla ricerca scientifica italiana una nuova strategia di precisione per ostacolare l’infezione del coronavirus e la sua rapida diffusione tra le cellule, destinata a essere la base di un nuovo farmaco, per il quale è già stato depositato un brevetto. (Città della Spezia)

Prove di soccorso in uno degli scenari organizzati in Piemonte per l'esercitazione nazionale dei vigili del fuoco. (LaPresse) Soccorritori acquatici in azione sul lago di Viverone, nel torinese, con le moto d’acqua. (LaPresse)

“In questo senso, infatti, le potenziali tossicità degli acidi nucleici come farmaci sono di gran lunga inferiori rispetto ad altri farmaci innovativi come gli anticorpi monoclonali o altre proteine terapeutiche“ Per questo scopo, gli scienziati hanno brevettato un nuovo approccio, il primo tassello di quello che diventerà un farmaco, basato sull’uso di un aptamero di Dna, ovvero un breve filamento oligonucleotidico, capace di legarsi in modo specifico al residuo K353 di Ace2 rendendolo inaccessibile alla proteina spike di qualsiasi coronavirus (Meteo Web)