Basket, fine dei sogni Torino resta in serie A2

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In caso contrario, si prospetta un altro pasticcio per la pallacanestro italiana.

Il limite per l'iscrizione è il 31 luglio: un cambio di rotta a inizio luglio darebbe ancora ai gialloblu il tempo necessario per allestire la squadra per la Serie A.

Si sono spente questa mattina le speranze della Reale Mutua Torino di ritornare in Serie A.

L'assemblea della Lega Basket ha infatti confermato le indiscrezioni di questi giorni, riducendo a 16 il numero delle squadre al via nel prossimo campionato di Serie A. (La Repubblica)

Ne parlano anche altre testate

Torino, al momento in A2, diventa prima riserva. Gli stati generali della pallacanestro italiana di serie A, riuniti in assemblea straordinaria, hanno deciso: il prossimo campionato si giocherà a 16 squadre. (Sky Sport)

Il numero uno di LBA ha discusso della Serie A che sarà, con le rinunce di tante squadre di A2 a salire di categoria e la diminuzioni del numero di squadre da 18, come inizialmente pianificato a 16. Il 15 giugno 2020 ci siamo trovati con 16 squadre aventi diritto di giocare in Serie A. (Tuttobolognaweb)

In realtà Torino potrebbe ritrovare la serie A qualora il 31 luglio qualche club non sia in regola con documentazione e fideiussione. Dopo il forfait di Pistoia, il campionato era rimasto zoppo come quello 2019/20 e quindi per tornare al numero di squadre pari è stata rispedita indietro Torino, ripescata dalla A2. (L'Unione Sarda.it)

Le fondamenta sono buone: preferibile ripartire da cose sicure. E chi non ha le forze per iscriversi meglio lo dica subito. Il nuovo format a sedici squadre è la fotografia, cinica e forse addirittura generosa, della fragile stagione che attraversa il basket italiano. (La Gazzetta dello Sport)

Gandini: "Torino può ancora sperare". "Noi abbiamo fatto tutto quello che era nell'interesse della Lega Basket - ha dichiarato Gandini - e voglio ringraziare Torino per come ha trattato la situazione, in particolare il presidente Sardara, ma anche la sindaca Appendino. (Tuttosport)

Il secondo, ancor più importante, è un nuovo criterio di organizzazione dei campionati, basato su un sistema di licenze. Troppo grande il salto di status che intercorre tra la prima e la seconda serie della nostra pallacanestro, professionistica la A, dilettantistica la A2. (La Repubblica)