Agrigento arranca, Catania e Forlì-Cesena si giocano la Capitale della cultura 2028

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Mentre Agrigento, designata Capitale italiana della cultura per il 2025, fatica a superare le tensioni interne – tra avvicendamenti alla guida della Fondazione e ritardi nella programmazione –, altre città si preparano già a contendersi il titolo per il 2028. Tra queste, Catania punta con decisione a presentare la propria candidatura, seguendo le tempistiche dettate dal Ministero della Cultura, che fissa al 3 luglio il termine ultimo per la manifestazione d’interesse.

L’amministrazione guidata dal sindaco Trantino ha approvato l’atto di indirizzo necessario, dimostrando di voler scommettere su un progetto che, se realizzato, potrebbe ridisegnare l’immagine della città etnea. "Ci giochiamo questa partita", ha dichiarato il primo cittadino, senza nascondere l’ambizione di trasformare Catania in un polo culturale di rilievo nazionale.

Intanto, in Emilia-Romagna, Forlì e Cesena – divise politicamente ma unite geograficamente – hanno scelto di unire le forze per candidarsi insieme. Nonostante le differenze, a cominciare dal colore delle giunte – centrodestra a Forlì, centrosinistra a Cesena – i sindaci Zattini e Lattuca hanno firmato un protocollo d’intesa, definendo una strategia condivisa. "Se vinciamo, sarà una vittoria di entrambe", ha sottolineato Lattuca, ricordando come l’idea di una candidatura congiunta sia nata quasi in parallelo, seppur in modo indipendente, all’inizio dell’anno.

Le due città dovranno ora rispettare un calendario serrato: entro il 3 giugno la manifestazione d’interesse, seguito entro il 25 settembre dalla consegna del dossier al Ministero. Un percorso che, se portato a termine, potrebbe ribaltare i tradizionali equilibri tra centri urbani spesso considerati minori.