Omicidio Vannini, Cassazione conferma condanna per i Ciontoli che vanno in carcere

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Al loro fianco tutta la famiglia e fuori dall’aula altri parenti, amici, conoscenti, c’è anche il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci.

Mentre il ventunenne urlava, preso dal panico per il dolore, i Ciontoli non fecero nulla per salvarlo, preoccupati che il capofamiglia, militare di carriera, potesse perdere il lavoro

Tanti altri attendono la sentenza in piazza Cavour: hanno cartelli, foto di Marco, rose rosse. (LaPresse)

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"Sono sei anni che ci battiamo per questo e ora mi aspetto di poter portare questo mazzo di fiori a mio figlio. Lo ha dichiarato Marina Conte, madre di Marco Vannini, prima di entrare in Corte di Cassazione dove è attesa la sentenza definitiva per l'omicidio del figlio. (Leggo.it)

Per questi ultimi il pg ha formulato un’ipotesi di attenuazione della pena, spiegando che agirono su indicazione del capo famiglia. Gli imputati erano gli unici che avrebbero potuto impedirne la morte" (Adnkronos)

Quella di Marco Vannini che dal 2015 lotta per avere giustizia dopo la morte di un ragazzo di 20 anni. Gli imputati per la morte del 20enne sono Antonio, Federico e Martina Ciontoli, oltre a Maria Pezzillo. (Ultime Notizie Flash)

Lo affermano Marina Conte e Valerio Vannini, i genitori di Marco Vannini parlando fuori dalla Cassazione dove oggi si apre il processo per la morte del 19enne di Cerveteri, ucciso il 17 e il 18 maggio 2015 mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli, sul litorale romano. (Adnkronos)

In quegli interminabili 110 minuti in cui Marco Vannini è stato lasciato morire agonizzante, cosa è accaduto? Motivazioni della sentenza altrettanto dure nei confronti dei Ciontoli: «Hanno mentito, usando crudeltà e depistando gli investigatori», si legge in uno dei passaggi. (ilmessaggero.it)

La vittima venne portata presso il punto di primo soccorso di Ladispoli a notte fonda, quasi due ore dopo essere stato colpito da un colpo di pistola sparato dall’arma che Ciontoli teneva in casa. La sentenza, accolta da un lungo applauso, arriva, dopo quasi quattro ore di camera di consiglio, dalla quinta sezione penale della Suprema Corte, presieduta da Paolo Antonio Bruno. (LaPresse)