La Bce lascia i tassi invariati ma riduce gli acquisti del Qe pandemico. Lagarde: "Non è tapering"

la Repubblica ECONOMIA

La Bce ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per l'anno in corso, con il Pil che dovrebbe salire del 5%, dal 4,6%.

Nella riunione di oggi il Consiglio ha lasciato invariati i tassi di interesse: il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.

La Bce avvia una 'moderata' riduzione degli interventi varati dopo lo scoppio della pandemia. (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altre testate

Di Alessio Pisanò. BRUXELLES – “Guardando alla situazione macroeconomica della zona Euro, possiamo dire che è meglio di ciò che temevamo fino a qualche trimestre fa. Emerge dai numeri, dalle vaccinazioni, dai numeri dei fallimenti”. (Dire)

Ma mantenendo in piedi gli acquisti di bond tramite l'App, lanciato da Draghi a fine mandato nell'autunno 2019, e che attualmente viaggia a 20 miliardi al mese. "Non si può pensare al volume dell'App indipendentemente dal volume dell'offerta netta di bond", aveva detto candidamente due settimane fa il capo economista Bce Philip Lane. (America Oggi)

Riteniamo che possiamo mantenerle con un ritmo moderatamente più basso di questi acquisti», ha spiegato. Intanto, facendo ricorso alle sue abilità comunicative, la presidente Christine Lagarde ha respinto l'idea che si tratti di «tapering», ossia il processo di graduale riduzione dello stimolo monetario. (DiariodelWeb.it)

Quindi, a ben vedere, il 9 settembre non è stato annunciato un importante cambiamento, ma il proseguimento di una tendenza già in corso Calano gli acquisti. (Lavoce.info)

È questo in sintesi quanto emerso dal Consiglio direttivo di ieri della banca centrale europea, guidata da Christine Lagarde. Ecco perchè la banca centrale aspetta a cambiare rotta e si mantiene prudente nell’esplicitare quali segnali porteranno alla fine delle politiche monetarie eccezionalmente espansive. (Corriere del Ticino)

La decisione, aggiunge l’economista, suggerisce che l’acquisto settimanale nel programma PEPP scenderà dalla media attuale di 18 miliardi di euro a settimana, ma rimarrà al di sopra della media del primo trimestre pari a 15 miliardi di euro. (Wall Street Italia)