Arsenale ad Andria, il proprietario della villa: «Locale in uso a De Benedictis»

MolfettaViva INTERNO

Secondo il proprietario della villa di Andria dove lagiovedì scorso ha trovato un arsenale, la dependance sotto la quale erano nascoste le armi «era nella disponibilità» dell'ex giudice molfettese, arrestato e rinchiuso nel carcere di Lecce per presunti episodi di corruzione.Lo riferisce l'avvocato, legale difensore dell'imprenditore agricolo proprietario della villa, il 56enne, arrestato in flagranza dopo il ritrovamento dell'arsenale. (MolfettaViva)

Se ne è parlato anche su altre testate

De Benedictis e Chiariello sono anche loro in carcere dal 24 aprile nell’ambito dell’inchiesta su presunte scarcerazioni di pregiudicati in cambio di denaro. (Ansa). > > > La pistola di De Benedictis incastonata nell’agenda: Leggi Qui (l'Immediato)

La perquisizione era stata disposta dalla Dda di Lecce, la stessa che indaga su De Benedictis per presunti episodi di corruzione in atti giudiziari in concorso con l’avvocato penalista Giancarlo Chiariello. (Corriere del Mezzogiorno)

Una delle armi da guerra trovate nella masseria di Andria. L'inchiesta madre, sulla detenzione di armi, è coordinata dalla Procura di Lecce, che il 24 aprile ha ottenuto dalla gip Proto l'arresto del giudice Giuseppe De Benedictis e dell'avvocato barese Giancarlo Chiariello (La Repubblica)

Lo ha deciso il gip di Lecce, Giulia Proto, ritenendo «non cessate le esigenze cautelari». Il giudice rileva inoltre la «pervicacia» di De Benedictis che, pur sapendo di essere indagato, il 9 aprile scorso ha ritirato l’ultima mazzetta di circa 6. (MolfettaLive)

Le dichiarazioni rese dal magistrato nel corso dell'interrogatorio di garanzia sono ritenute «non coerenti».Il giudice rileva inoltre la «pervicacia» di De Benedictis che, pur sapendo di essere indagato, il 9 aprile scorso ha ritiratoricevuta da Chiariello per una scarcerazione (MolfettaViva)

Lo riferiscono i legali dell’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis, detenuto nel carcere di Lecce dal 24 aprile nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte scarcerazioni di pregiudicati in cambio di mazzette di denaro. (La Gazzetta del Mezzogiorno)