Omicidio Claris, la mamma di Jacopo De Simone vede il figlio ferito e lo spinge a confessare: «Scendi giù, ci sono i carabinieri»

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«Scendi giù, ci sono i carabinieri». È stata la madre a pronunciare questa frase al figlio, Jacopo De Simone, dopo aver intuito il legame tra quanto avvenuto in strada e il taglio che il ragazzo riportava alla mano. Un’esortazione dolorosa, ma necessaria. Il giovane è quindi sceso di casa, con la mano insanguinata, trovando davanti al cancello i militari e i soccorritori del 118 attorno al corpo agonizzante di Riccardo Claris, 26 anni, colpito da una coltellata sotto la scapola sinistra. (Leggo.it)

Ne parlano anche altri media

“L’ho fatto per difendere la mia casa e la mia famiglia da una mandria di animali: mi fanno schifo, li ucciderei tutti”. Ad armare la mano del giovane, secondo il giudice, “un intento di vendetta e di giustizia privata”, non certo un reale e concreto pericolo. (la Repubblica)

Perché non è legittima difesa Secondo la giudice, De Simone avrebbe consapevolmente «ingenerato una nuova situazione di pericolo», perché, pur essendo rientrato al sicuro in casa, ha poi deciso di scendere di nuovo in strada, per di più con tanto di arma da taglio. (Prima Bergamo)

Così è morto Riccardo Claris, 26 anni e un fisico d’atleta, per quell’unica pugnalata sferrata dal 18enne Jacopo De Simone davanti al suo palazzo di via dei Ghirardelli, a due passi dallo stadio. Una ferita larga 5 centimetri e profonda tanto da perforare il polmone e recidere l’aorta. (Corriere Bergamo)

La Procura ha infatti concesso il nulla osta al termine dell'autopsia, eseguita all'ospedale Papa Giovanni XXIII. Saranno celebrati venerdì mattina, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Borgo Santa Caterina a Bergamo i funerali di Riccardo Claris, il ventisettenne ucciso con una coltellata sabato notte in via Ghirardelli a Bergamo. (RaiNews)

La mamma «aveva già capito tutto» e prima di scendere sotto casa per calmare gli animi nasconde i coltelli. «Gli atalantini ci inseguono», dice alla madre. (Corriere Bergamo)

È quanto è emerso dall’autopsia eseguita all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dal dottor Luca Tajana, incaricato dal sostituto procuratore titolare del caso, Guido Schininà. (L'Eco di Bergamo)