Coronavirus, Johnson&Johnson parte in affanno negli Usa: a marzo dosi a singhiozzo. Nel Regno Unito nuovi casi di variante brasiliana

Open ECONOMIA

milioni di dosi attesi negli Stati Uniti da Johnson&Johnson sono attesi entro giugno, ma nel primo mese le consegne non saranno settimanali.

Il contratto da 1 miliardi di dollari tra il governo americano e la casa farmaceutica prevede la consegna totale di 100 milioni di dosi entro giugno.

Entro la fine di marzo comunque l’azienda si è impegnata a fornire 37 milioni di dosi di vaccino.

Nel Regno Unito è caccia a uno sconosciuto contagiato dalla variante brasiliana. (Open)

Ne parlano anche altre fonti

Quanto al genere, sono 2.648.620 le dosi somministrate alle donne e 1.635.305 agli uomini. La regione che ne ha distribuite di più in valore assoluto è la Lombardia: 671.497 dosi iniettate sulle 962.830 consegnate, pari al 69,7%. (Open)

L’agenzia Usa ha constatato che questo vaccino è “altamente efficace nel prevenire le forme gravi di Covid-19, incluse quelle derivanti dalle nuove varianti“. L’Agenzia europea per il farmaco (Ema) potrebbe approvare anch’essa il vaccino e iniziare la distribuzione già alla fine di marzo o all’inizio di aprile. (Virgilio Notizie)

La corsa ai vaccini, come fenomeno mondiale, è entrata nel vivo da diverso tempo e a quanto sembra, dagli Stati Uniti sembrano arrivare delle buone notizie in merito.Secondo gli esperti infatti, questo vaccino durante la sperimentazione. (Calciomercato.com)

La Food and Drug Administration statunitense ha autorizzato l’uso in emergenza del vaccino monodose della Johnson&Johnson. Il vaccino Johnson&Johnson ha dimostrato di avere nella sperimentazione clinica negli Usa un’efficacia del 72% (Gazzetta di Parma)

Monodose. Già a fine luglio il vaccino messo a punto dalla Johnson&Johnson aveva dato prova di una “forte risposta immunitaria”. (L'HuffPost)

IL VIA LIBERA Vaccino monodose Johnson&Johnson, ok Fda: come funziona e quanto. COVID Vaccino, pressing Draghi sulla Ue per l’ok rapido. Con la Commissione Europea «c’è un accordo di prelazione per 200 milioni di dosi fino alla fine dell’anno e, di questi, 27 milioni sono per l’Italia (Il Messaggero)