L’arcivescovo Shevchuk: la mia preghiera tra le lacrime della gente

Avvenire ESTERI

L'arcivescovo Shevchuk interviene in collegamento da Kiev al convegno Cei.

«Ringrazio il Signore di essere qui a dialogare con voi – riprende Shevchuk –, considero un dono del Cielo potervi raccontare la nostra storia»

«78 giorni di guerra – riprende il pastore dei greco-cattolici ucraini in ottimo italiano – sono stati 78 giorni di lacrime e di sangue della nostra gente.

Parlare con voi a distanza dopo 78 giorni di guerra, disponendo ancora di luce e collegamento Internet, mi pare un miracolo. (Avvenire)

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Vuol dire che sono state assassinate in un modo crudele, nello stesso modo in cui ai tempi di Stalin assassinarono gente innocente gettandola in fosse comuni". Lo rende noto il Segretariato dell'arcivescovo maggiore, con sede a Roma (Gazzetta di Parma)

L’estate è vicina e la stanchezza degli ultimi due orribili anni, segnati prima dal Covid e poi dal conflitto scatenato da Mosca, è tanta Ci stiamo abituando alla guerra in Ucraina, ormai una dicitura, una didascalia che cristallizza la distanza. (LaC news24)

“La portata delle uccisioni illegali, compresi gli indizi di esecuzioni sommarie nelle aree a nord di Kiev, è scioccante. L’arcivescovo di Kiev ha detto che non pensava che sarebbe “riuscito a sopravvivere perché la capitale in tre giorni era quasi circondata. (Secolo d'Italia)

Anche perché a nessuna delle parti in causa converrebbe mostrare l’uso della tortura come arma sistematica applicata ai prigionieri. A rivelarlo sono stati i servizi di Kiev, secondo cui il protagonista di questa vicenda si chiama Konstantin Solovyov, un soldato russo appartenente all’11esimo corpo di armata dell’esercito di Mosca (InsideOver)

Al contrario i russi, dopo essere stati costretti a ripiegare da Kharkiv, sono concentrati più che mai per ottenere il completo controllo del Donbass, ma le forze di difesa resistono e li rallentano. Mentre a Kiev è iniziato il primo processo per crimini di guerra che coinvolge un giovanissimo soldato russo, l'arcivescovo di Kiev ha raccontato un ennesimo spaccato del dramma che sta vivendo il popolo ucraino (Giornale di Sicilia)

In Bosnia nel luglio del 1995, circa ottomila uomini e ragazzi musulmani furono ammazzati in piccoli gruppi o uno alla volta. Anche se sembra inaccettabile, una fossa comune in sé non è un crimine di guerra. (QUOTIDIANO NAZIONALE)