Il cordoglio del presidente Bonaccini per la morte di Paolo Fabbri

Ai suoi cari le più sentite condoglianze, mie personali e di tutta la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, così come esprimiamo vicinanza all’Università di Bologna e alla città di Rimini”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopo la notizia della morte del semiologo Paolo Fabbri, questa mattina a Rimini, città dove era nato 81 anni fa.

“Se ne va un intellettuale che ha saputo innovare studio e insegnamento della parola e del linguaggio, trasmessi in ogni forma espressiva. (sassuolo2000.it - SASSUOLO NOTIZIE - SASSUOLO 2000)

La notizia riportata su altri giornali

Ha insegnato parecchio anche all'estero, ottenendo sempre attestati di stima e ringraziamenti sia da parte delle strutture universitarie che degli studenti che hanno avuto l'opportunità di formarsi con lui. (Corriere di Siena)

Per 35 anni (1977-2002) ha insegnato al Dams dell'Università di Bologna ed ha concluso la carriera accademica alla Facoltà di Design e Arti dell'Università Iuav di Venezia. Era il fratello maggiore di Gianni Fabbri, il patron della discoteca 'Paradiso', il 're delle notti' riminesi. (Il Gazzettino)

Play Replay Play Replay Pausa Disattiva audio Disattiva audio Disattiva audio Attiva audio Indietro di 10 secondi Avanti di 10 secondi Spot Attiva schermo intero Disattiva schermo intero Skip Il video non può essere riprodotto: riprova più tardi. (RiminiToday)

Si è spento all'età di 81 anni il celebre semiologo riminese Paolo Fabbri, docente dell'Alma Mater e allievo di Umberto Eco, fratello di Gianni patron del Paradiso. Inoltre, dirige la rivista: La ricerca semiotica, Quaderni del Centro Internazionale di Studi Interculturali di Semiotica e Morfologia (CISISM), Università di Urbino (RiminiToday)

La memoria si squarcia, non appena la notizia di una morte come quella del semiologo Paolo Fabbri si diffonde. Tornato in Italia era stato accanto ad Eco, passando per l’insegnamento all’ateneo di Firenze e al Dams di Bologna e poi alle cattedre di Palermo, Venezia, Urbino, Roma (L'HuffPost)

Intendeva ricerca semiologica, il suo cavallo di battaglia, praticata come impegno, scommessa nel «dire qualcosa di sensato sul senso». Rientrò in Italia come dirimpettaio di Eco al Dams, sempre pioniere e sempre «inattuale», come amava definirsi con un po’ di snobismo: Bologna, scrisse, permetteva ancora negli anni Novanta una larga prospettiva sul panorama della ricerca. (Corriere della Sera)