Macerata, ergastolo per Muhammad Riad: la figlia morì investita dopo essere stata picchiata

Corriere della Sera INTERNO

Dopo quasi cinque ore e mezza di camera di consiglio la Corte d’assise di Macerata ha condannato all’ergastolo il 45enne pakistano per omicidio volontario ma anche per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

E si trattò di un omicidio volontario.

La ragazza morì il 24 febbraio del 2018 a Trodica di Morrovalle (Macerata), investita da un’auto su una strada provinciale.

Dalle indagini, emerse che Azka era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un’auto l’aveva travolta. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

Dalle indagini, poi, emerse che la ragazza era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un'auto che sopraggiungeva l'aveva travolta. (Rai News)

Per gli esperti della difesa, invece, le ferite riportate da Azka derivarono dall'incidente stradale. Ultimo aggiornamento: 19:04. Il difensore ha parlato di «sentenza ingiusta perché fondata su un pregiudizio: aver ipotizzato la violenza dall'omicidio e viceversa». (Il Messaggero)

Fine pena mai per Muhammad Riaz, 45 anni, oggi condannato dalla Corte d'assise di Macerata per l'omicidio della figlia 19enne Azka Riaz, contro la quale è stato condannato anche per violenza sessuale e maltrattamenti. (Fanpage.it)

L’uomo, pakistano 45enne, dopo la sentenza è uscito dal tribunale, per tornare in carcere, senza dire una parola. Anche la mia assistita non ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza del marito» dice l’avvocato Nardozza che tutela la madre di Azka, parte civile al processo. (Cronache Maceratesi)

Dalle indagini, poi, emerse che la ragazza era stata picchiata dal padre tanto da riportare la frattura della mandibola, e lasciata dolorante a terra dove poi un'auto l'aveva travolta. "Ci riteniamo soddisfatti perché sono state accolte le nostre tesi. (la Repubblica)

L’ipotesi sostenuta dal procuratore di Macerata Giovanni Giorgio, ora accolta dai giudici, servì a chiedere la modifica del capo d’imputazione in omicidio volontario. L’uomo, di nazionalità pakistana, è stato condannato anche per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. (Open)