Il Pd, il Movimento e i princìpi di riserva

La Nazione INTERNO

Peccato che questo diventi approssimativamente vero - siamo passati dall’immaginazione al potere al potere dell’immaginazione - solo perché Enrico Letta e Beppe Conte si sono accorti che semplicemente l’alleanza stenta a decollare.

Del vecchio Movimento non è rimasto quasi più niente.

Naturalmente il sovranismo non c’entra niente con la Costituzione, ma il Conte 1 doveva pur giustificare in qualche modo l’alleato Salvini. (La Nazione)

Su altri giornali

(LaPresse) – “Il segretario Pd, Enrico Letta, contro il metodo Salvini? Ma se stai fuori dal governo come la Meloni, puoi solo protestare”, ha concluso Salvini (LaPresse)

Quello è stato il punto più alto (o più basso, a seconda dei punti di vista) della piena condivisione della linea leghista. Riposizionarsi in politica, si sa, costa fatica, richiede spalle molto larghe e soprattutto una credibilità che va trattata con cura. (Il Riformista)

Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini. Ddn (LaPresse)

Per il Pd sembra non essere un vulnus, «non mi strappo le vesti se non riusciamo immediatamente a risolvere tutti i problemi», spiega il segretario dem. Insomma, il «non detto» di questi giorni è che sia i nuovi 5Stelle che dalle parti del Nazareno temono ad ottobre di ritrovarsi in mezzo alle macerie (Italia Oggi)

«Oggi molti teorizzano un fronte ‘ampio e competitivo’, di sapore progressista, di cui dovrebbero essere assi portanti il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Su questo punto, quello della collocazione politica, Conte ha garantito che il M5S conserverà la sua vocazione «trasversale e popolare». (Il Manifesto)

Il Pd come prima forza a mediare, e al Centro magari l’Azione di Calenda che potrebbe creare interesse e attrarre ciò che resterà di Forza Italia e del campo liberale, riformista e moderato Qui si andrà ognuno per conto proprio, con la speranza di stringere un’alleanza quando ci sarà il ballottaggio. (Dire)