“Curiamo Archie in Italia”. Ma i giudici fanno staccare la spina

Nicola Porro ESTERI

Il Caso Archie. Stiamo parlando, ovviamente, della tragica vicenda del dodicenne Archie Battersbee, trovato in coma dalla madre ad aprile, disteso a terra con una corda intorno alla testa, probabilmente per un gioco sui social finito in disgrazia.

Ecco, per i medici occorreva staccare la spina, proprio perché il bambino si trovava in stato di morte celebrale.

E voi direte: “Beh, si tratta comunque di un parare professionale, totalmente estraneo dalle scelte che faranno i genitori di Archie”. (Nicola Porro)

Ne parlano anche altri media

Si è concluso con l'ennesimo diniego la battaglia legale di mamma Holly e Papà Paul, i genitori del 12 inglese in stato vegetativo - per i medici " irreversibile " - dallo scorso aprile. L'ultima battaglia legale. (ilGiornale.it)

Archie potrebbe essere trasferito in un hospice per essere "accompagnato" alla morte Anche la Corte dei Diritti dell'Uomo, a cui la coppia si era rivolta come ultima opzione, ha dichiarato che non sarebbe intervenuta per impedire l'interruzione del trattamento di supporto vitale. (Corriere TV)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2278 afferma che è lecito sospendere procedure mediche «onerose [non solo economicamente], pericolose, straordinarie o sproporzionate». Se è vero – ed è vero – che non esistono vite degne e vite non degne di essere vissute (ogni persona è di incalcolabile valore! (Famiglia Cristiana)

"Archie non è una foglia secca, è un bambino in carne ed ossa, come lo erano Charlie Gard, Alfie Evans e lo è Tafida Raqeeb, curata in Italia dopo il braccio di ferro con le autorità sanitarie londinesi. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Archie potrebbe essere trasferito in un hospice per essere "accompagnato" alla morte Anche la Corte dei Diritti dell'Uomo, a cui la coppia si era rivolta come ultima opzione, ha dichiarato che non sarebbe intervenuta per impedire l'interruzione del trattamento di supporto vitale. (Repubblica TV)