Cecilia Sala e il successo dei diplomatici italiani. “Il segreto? L’Iran si è fidato di noi”

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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

– Un lieto fine dovuto a un lavoro diplomatico di altissimo livello, un’accusa così generica da non essere stata nemmeno formalizzata e che sembra un pretesto per aver reso l’arresto possibile. L’ambasciatore Stefano Stefanini, diplomatico di lungo corso e consigliere dell’Ispi, spiega che a portare alla liberazione di Cecilia Sala, potrebbe esserci un ingrediente che sta alla base della diplomazia: la fiducia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altri media

Le rose bianche e i tulipani azzurri, che gli amici più stretti hanno regalato a Cecilia Sala il giorno dopo la liberazione a Teheran e il suo ritorno in Italia, splendono ancora nel salotto della sua casa all’ultimo piano del Celio. (Corriere della Sera)

“Tartus è una regione della Siria e si trova più o meno sul mare. Il 16 dicembre scorso a Tartus c’è stata un’esplosione che è stata percepita in Turchia s 820 kilometri di distanza. Parliamo di un’esplosione percepita a 820 kilometri di distanza, più o meno la distanza tra Milano e Salerno”, ha affermato in un video il giornalista Franco Fracassi. (Il Giornale d'Italia)

Il sindaco di Massa invece commenta la vicenda con un post davvero imbarazzante che accosta la vicenda di Cecilia a quella dei due maro’ detenuti in India rinfacciando alla giornalista dei vecchi tweet sul tema”. (La Voce Apuana)

La liberazione di Cecilia Sala da una prigione iraniana dove era stata rinchiusa senza alcun apparente fondato motivo - se si esclude il fatto che un ingegnere della stessa nazionalità del sequestrante (forse una spia e con documenti scottanti al seguito) era stato tratto in arresto in Italia tre giorni prima - è stato un fatto straordinario, una nobile vittoria italiana, ma non solo, per alcuni motivi che sarà meglio ricordare. (ROMA on line)

Tra i molteplici e variegati punti di vista e le differenti ricostruzioni circolate sugli organi di stampa in queste ultime ore, ce n’è una in particolare che ha veramente del grottesco, che lascerebbe allibito qualunque osservatore dotato di un minimo di buonsenso e di razionalità. (Nicola Porro)

Dopo quasi venti giorni di prigionia nel carcere di Evin in Iran, l’8 gennaio la giornalista italiana Cecilia Sala torna a casa. L'ipotesi però più probabile, sin da subito, è quella di una ritorsione dopo l'arresto dell'iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, informatico 38enne bloccato il 16 dicembre all'aeroporto di Malpensa dalla Digos su richiesta degli Stati Uniti che ne vogliono l'estradizione. (la Repubblica)