Dopo il caldo torrido, arriva una tregua ma l’afa tornerà nel weekend





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Redazione Interno
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L’ondata di calore di matrice nordafricana, che ha investito l’Italia da nord a sud con temperature ben al di sopra delle medie stagionali, sta finalmente perdendo intensità. Grazie all’arrivo di correnti atlantiche, già da domani si assisterà a un generale abbassamento dei termometri, con valori che scenderanno attorno ai 28-30 gradi, quasi otto in meno rispetto ai picchi registrati nei giorni scorsi. Il sollievo, tuttavia, potrebbe essere solo temporaneo: le previsioni indicano un nuovo incremento dell’afa a partire dal prossimo fine settimana.
Al Nord, intanto, il repentino cambio di circolazione atmosferica ha portato con sé fenomeni violenti, tra cui nubifragi, grandinate e temporali, alcuni dei quali riconducibili alle cosiddette «supercelle». Questi sistemi temporaleschi, ben più complessi delle semplici perturbazioni estive, si sviluppano in condizioni di forte instabilità e possono assumere dimensioni impressionanti, raggiungendo altitudini di 10-12 chilometri. Al loro interno, un mesociclone – una sorta di vortice a scala ridotta – imprime una rotazione alla massa nuvolosa, aumentandone la potenziale pericolosità. Le regioni più esposte, in queste ore, sono Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, dove non si escludono danni a infrastrutture e agricoltura.
Proprio a Milano, durante un violento nubifragio, un albero caduto ha travolto una donna, causandone la morte, mentre altre due persone sono rimaste ferite. L’episodio, oltre a riaccendere il dibattito sulla gestione del verde urbano, conferma i rischi legati a eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti anche alle nostre latitudini.
La Protezione Civile, in coordinamento con le amministrazioni regionali, ha diffuso un’allerta gialla per possibili criticità idrogeologiche in undici regioni, concentrandosi soprattutto sul Nord-Est e sul Centro. Tra domani e martedì, una nuova perturbazione è attesa su gran parte del settentrione, con possibili estensioni verso il versante tirrenico. Se da un lato le piogge potrebbero mitigare l’arsura accumulata, dall’altro sollevano preoccupazioni per frane e allagamenti, soprattutto in zone già fragili dal punto di vista idrogeologico.