Il Papa al governatore di Hiroshima: solo senza armi nucleari può fiorire la pace

Vatican News ESTERI

Possano le voci profetiche dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, conclude, continuare a servire da monito per noi e per le generazioni future.

Il Papa ripete infine quanto disse al Memoriale della Pace di Hiroshima, il 24 novembre 2019.

La scelta della pace. Perché la pace fiorisca, sottolinea Francesco nel suo messaggio, tutti devono deporre le armi, soprattutto le più potenti e distruttive, come quelle nucleari, che possono paralizzare e distruggere città, interi Paesi. (Vatican News)

Ne parlano anche altre fonti

Ripensando alla sua visita apostolica nello scorso novembre sul Memoriale della Pace di Hiroshima e il Parco dell’Ipocentro di Nagasaki. Il Pontefice ha spiegato di avere avuto, in passato, “il privilegio di poter venire di persona nelle città di Hiroshima e di Nagasaki”. (La Luce di Maria)

Mayors for Peace, ICAN, la Rete Italiana del Disarmo e Senzatomica, ci ricordano che il mondo vivrà finalmente in Pace e di Pace solo quando anche l'ultima bomba atomica sarà disinnescata. “La Pace non è un valore cui appellarsi in tempi di conflitti, in tempi di guerre e distruzioni. (RavennaToday)

Pochi giorni dopo, una seconda bomba è stata sganciata sulla città di Nagasaki, e le vittime non sono state di certo poche. Insieme a lui, anche Obama si recò nelle due città. (Tecnoandroid)

Oltre alle registrazioni e alle testimonianze scritte, si moltiplicano le iniziative per mantenere vivo il ricordo di questa tragedia diventata universale. «Quando gli hibakusha si esprimono, la forza della loro testimonianza è incredibile», osserva Sachiko Hiraoka, che ha al suo attivo 300 presentazioni. (Italia Oggi)

Il papa ha ripetuto le stesse parole che disse al Memoriale della Pace di Hiroshima: “L’uso dell’energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari. Questa pandemia ha raggiunto praticamente tutti: abbiamo capito che siamo tutti vulnerabili e ci rendiamo conto che la vera sicurezza deve essere, in sostanza, condivisa”. (korazym.org)

Non si vedevano, dopo il lampo, feriti o squartati i brandelli insanguinati dei 93 mila che si dissolsero col primo botto. Ci fu la pace della Belle Époque fra il 1870 e il 1914 ma furono solo 44 anni, un record. (Il Riformista)