Aumenti Co2: stop all'acqua frizzante anche in Valle

gazzettamatin.com ECONOMIA

Dalle informazioni che abbiamo, si rischia di non avere più acqua frizzante per un po’ e iniziamo a vedere i primi impatti anche sulle bibite

Aumenti Co2: stop all’acqua frizzante anche in Valle. Scaffali sempre più vuoti anche nella nostra regione; sospese le consegne di acqua e iniziano a scarseggiare anche le bibite. Stop alle consegne e scaffali sempre più vuoti.

«Non arriva praticamente più nulla». (gazzettamatin.com)

Se ne è parlato anche su altri giornali

In alcuni supermercati, però, sembra che vi sia carenza anche di normale acqua minerale. C’è poi il grave problema della siccità che potrebbe avere ripercussioni anche sulla produzione di acqua minerale, che ovviamente sgorga da diverse sorgenti (greenMe.it)

Ed un calo di produzione vuol dire, come diretta conseguenza, una effettiva mancanza di acqua minerale nei supermercati e nei negozi di alimentari. GLI ARTICOLI PIU’ LETTI DI OGGI:. Mancanza di acqua minerale, il problema sta assumendo sempre più cronicità e di giorno in giorno sembra ingigantirsi in maniera crescente. (INRAN)

«Negli scaffali comincia a scarseggiare l’acqua frizzante - aggiunge Samuele Pontisso, amministratore delegato del gruppo Goccia di Carnia - stiamo affrontando un periodo critico e non capiamo quando finirà Negli altri stabilimenti del gruppo in Italia, invece, abbiamo bisogno di acquistare la materia prima». (Nordest Economia)

Alla base della scarsità di Co2 ci sono la crisi internazionale e l'aumento dei costi dell'energia, oltre alle difficoltà di trasporto. Non è un caso, ma una vera crisi, confermata dai produttori che in alcuni casi hanno addirittura fermato le linee dell'acqua gassata. (ilGiornale.it)

.A.A. Anche negli scaffali supermercati dell’alto Canavese sta diventando sempre più difficile trovare l’acqua frizzante. (QC QuotidianoCanavese)

Mai definizione dell’acqua è stata più azzeccata ora con alimentari, supermercati, pubblici esercizi e distributori rimasti senza bollicine. Ma anche i distributori patiscono l’arsura che di fatto si ripercuote poi su ristoranti e pubblici esercizi. (Libertà)