Zelensky lavora a "garanzie di sicurezza" mentre Trump spinge per un cessate il fuoco

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Redazione Esteri
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Mentre la guerra in Ucraina prosegue senza tregua, il presidente Volodymyr Zelensky ha ribadito la necessità di un "cessate il fuoco totale e incondizionato", sottolineando che solo una pausa prolungata nei combattimenti potrebbe aprire la strada a un negoziato diplomatico. "Stiamo lavorando per ottenere garanzie di sicurezza durature e affidabili", ha scritto su X, dopo una discussione con i partner internazionali, senza però specificare quali misure concrete siano state valutate.
Intanto, durante il vertice della Coalizione dei Volenterosi a Kiev, cinque leader hanno avuto una conversazione telefonica con Donald Trump, il cui contenuto è stato definito "proficuo" dal ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha. Sebbene i dettagli dello scambio non siano stati resi pubblici, Sybiha ha precisato che l’Ucraina e i suoi alleati sono disposti a un cessate il fuoco "completo e incondizionato" per almeno trenta giorni, a partire già da lunedì. Una proposta che, tuttavia, non sembra al momento aver ricevuto riscontri ufficiali da Mosca.
Trump, dal canto suo, ha rilanciato il suo messaggio diretto a Putin e Zelensky, definendo il conflitto "una guerra stupida" e lamentando le perdite umane, che – secondo una stima non verificata – ammonterebbero a "cinquemila soldati a settimana tra russi e ucraini". Le sue dichiarazioni, rilasciate nello Studio Ovale, hanno riacceso il dibattito sul ruolo degli Stati Uniti nel conflitto, anche se non è chiaro se la sua posizione rifletta un’iniziativa diplomatica concreta o resti una mera presa di posizione.