Cecilia Sala, ambasciatrice italiana ricevuta al Ministero degli Esteri iraniano

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Il Sole 24 ORE ESTERI

Cecilia Sala, ambasciatrice italiana ricevuta al Ministero degli Esteri iraniano 03 gennaio 2025 L'ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, è stata ricevuta al ministero degli Esteri iraniano in merito al caso di Cecilia Sala, la giornalista che, dal 19 dicembre, si trova in isolamento nel carcere di Evin con l'accusa di aver violato le leggi islamiche. Amadei ha formalizzato la richiesta del governo italiano di un immediato rilascio di Sala. (Il Sole 24 ORE)

Se ne è parlato anche su altre testate

“Non posso fare a meno di ricordare il periodo in cui anch’io fui messa in isolamento in una prigione di un paese straniero, lontano da casa- ha scritto su X – . Paragonando l’Ungheria all’Iran. (Secolo d'Italia)

Negoziare senza esitazioni perché «la vita di Cecilia Sala vale qualsiasi compromesso» ma nella consapevolezza che «qualsiasi concessione alla teocrazia sciita sarà usata contro di noi»: il pianista iraniano naturalizzato italiano Ramin Bahrami usa toni forti, dissonanti rispetto al tocco armonico delle dita sulla tastiera. (La Stampa)

«Lo spazio vuoto al posto del disegno resta un’immagine altrettanto potente che ognuno può riempire di significato». A nemmeno 24 ore dalla diffusione della notizia, Drugi è tornato con una nuova opera alla stazione di Venafro, in provincia di Isernia, dove negli scorsi giorni alcuni ignoti avevano rimosso un suo poster dedicata a Cecilia Sala. (La Stampa)

Cecilia Sala torturata due volte

«Cecilia Sala è stata presa di mira per essere utilizzata come ”merce di scambio”, una strategia comune del regime iraniano per ottenere la liberazione di detenuti arrestati all’estero. «Ogni giorno nel mio Paese, intriso di sangue, dolore e speranze infrante, ci sono persone che lottano per la libertà, ma pagano con la loro vita». (Il Dubbio)

Cosa sta succedendo a Cecilia Sala o intorno a Cecilia Sala, abusivamente prigioniera in un buco nero di Teheran? Tutti i destini sono aperti, ma sconcerta – e lascia sperare, e insieme preoccupa – l’intervento della madre, che ha invocato il silenzio stampa a poche ore da una estemporanea conferenza stampa all’uscita di palazzo Chigi, a caldissimo dopo il colloquio con la premier. (Nicola Porro)

Quasi sempre, quando un cittadino italiano viene imprigionato all’estero, la reazione più comune della gente è “poteva starsene a casa propria”. Ci secca l’idea che debbano essere spesi dei soldi per salvare qualcuno che si è andato a ficcare in una situazione complicata; del resto sono soldi nostri (pensiero che non ci sfiora quando vengono rubati da chi governa, ad esempio). (Today.it)