Liguria, con Orlando un film già visto: tutti insieme, poi sarà rissa

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Nicola Porro INTERNO

Adesso è ufficiale: il campo largo si presenterà compatto all’appuntamento elettorale in Liguria in programma il prossimo 27 e 28 ottobre. A rompere definitivamente gli indugi ci ha pensato Giuseppe Conte, che ha deciso di sposare la linea del Pd e convergere sul nome di Andrea Orlando quale candidato governatore del centrosinistra. Decisivo, in tal senso, il passo indietro dei pentastellati, che hanno scelto di sacrificare la candidatura del senatore grillino Luca Pirondini, per garantire il loro appoggio a Orlando, già sostenuto da Avs e Azione. (Nicola Porro)

La notizia riportata su altri giornali

È la politica, bellezza, quel magico bianchetto che trasforma il rancore in sostegno, l'idiosincrasia in affinità, le faide in alleanze. (il Giornale)

L'ultima volta che Beppe Grillo si è speso in prima persona, politicamente parlando, per la "sua" Genova e la Liguria, fu il 2017, alle Comunali. (la Repubblica)

La miccia è stata accesa nel fine settimana, con il via libera da parte del Movimento 5 Stelle alla candidatura dell’ex ministro della Giustizia, il dem Andrea Orlando. Nome sul quale convergono anche Avs e Azione, o quantomeno la galassia ligure del partito. (Il Dubbio)

Il voto in Liguria. Orlando scalda i motori. Ma per M5s e sinistra Pd il nodo è ancora Renzi

A lungo la figura in pole position è sembrata quella di Ilaria Cavo, una lunga carriera da inviata tv a Mediaset, attualmente deputata di Noi Moderati e già assessora in entrambe le giunte guidate da Giovanni Toti. (Il Fatto Quotidiano)

Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva, un passato di primo piano in Liguria con i dem sostiene che «la partita non è chiusa». «Io dovrei essere la prima a volermi togliere qualche sassolino dalle scarpe visto che nel 2015 ho perso le Regionali per via delle spaccature nel centrosinistra e per l’inchiesta sull’alluvione di Genova del 2014 da cui sono uscita completamente assolta, eppure continuo a dirlo: unità, unità, unità. (Corriere della Sera)

E lo dimostra il lungo post con cui l’ex ministro dem polemizza col viceministro e segretario regionale leghista Edoardo Rixi, prima in predicato d’esser candidato e poi king maker del centrodestra che stenta a individuare portabandiera, sulla nomina di Signorini da parte delle amministrazioni di centrodestra, le infrastrutture in realtà "volute dal centrosinistra" e il valore della Resistenza. (QUOTIDIANO NAZIONALE)