Coincidenze brutali

La Stampa INTERNO

Purtroppo sono in tanti a vivere gli stessi incubi che lo hanno portato a un gesto così assoluto, brutale.

Ha 20 anni e si è visto davanti l’ipotesi di passare i prossimi 14 in galera, ha 20 anni e ce ne metterà parecchi, speriamo non altrettanti, per processare quelli vissuti fino a qui.

Il suo avvocato ha detto «Alex inizia a vivere oggi», ma chissà quando smetterà di trattenere il respiro.

Chissà quando si assolverà sul serio, non solo davanti alla legge: la sua storia è estrema, però non è affatto unica. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altre testate

E’ stato lo stesso Fassa a individuare Claudio Strata, l’avvocato penalista che ha difeso il ragazzo in aula. Paolo Fassa, 80 anni, imprenditore edile del Trevigiano, si è accollato tutte le spese legali. (La Stampa)

La sentenza esce nei giorni in cui si spinge per la lotta contro la violenza sulle donne: Alex Pompa, il ragazzo che ha ucciso il padre a coltellate per difendere la madre e la famiglia, è stato assolto, ma ora avrà bisogno di tutti quelli che ha salvato e di molti altri perché di certo il suo tormento non finisce qui (La Stampa)

Torino, 24 novembre 2021 - Alex Pompa è stato assolto dalla accusa di omicidio volontario dalla corte di Assise di Torino. Alex quella sera del 30 aprile 2020, inferse 34 fendenti con 6 coltelli da cucina diversi al padre, Giuseppe Pompa, operaio di 52 anni che già diverse volte aveva alzato le mani sulla madre e il fratello (Quotidiano.net)

Trentaquattro le coltellate con cui ha finito suo padre, operaio di 52 anni, trentaquattro le coltellate che hanno “costretto (il pm) a chiedere 14 anni” per Alex. Ha creduto che la mamma fosse in pericolo, che lui fosse in pericolo, che anche il fratello fosse in pericolo. (Corriere CE)

Giuseppe era un padre violento, per anni ha maltrattato i suoi familiari, come dimostrano le oltre 200 registrazioni delle liti, che sarebbero state fatte di nascosto per avere una prova "semmai dovesse succederci qualcosa". (YouTG.net)

Lo ha deciso la Corte d’Assise di Torino al termine di una camera di consiglio durata quasi sei ore. In aula ad ascoltare la lettura della sentenza c’erano la mamma del giovane, Maria, e il fratello Loris, che hanno seguito tutte le udienze del processo (Il Fatto Quotidiano)