Papa Leone XIV e le accuse passate: il report sugli abusi dal Perù a Chicago

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Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   L’elezione di Robert Francis Prevost al soglio pontificio, con il nome di Leone XIV, ha riportato alla luce vecchie accuse legate alla gestione di casi di abusi sessuali nella Chiesa, un tema che da anni ne segna le vicende più controverse. Se da una parte i fedeli hanno accolto con entusiasmo la scelta del Conclave, dall’altra alcuni settori – tra cui voci critiche dentro e fuori l’ambiente ecclesiale – hanno rievocato presunti episodi di insabbiamento durante il suo mandato come vescovo in Perù e superiore degli agostiniani a Chicago.

Le inchieste giornalistiche, come quella pubblicata nel 2015 da Paola Ugaz e Pedro Salinas nel libro Mitad monjes, mitad soldados, hanno documentato abusi commessi all’interno del Sodalicio de Vida Cristiana, un gruppo religioso peruviano. Sebbene il nome di Prevost non sia mai emerso direttamente tra gli accusati, alcuni critici sostengono che, durante il suo episcopato in Perù, avrebbe minimizzato le denunce. Ugaz, però, smentisce categoricamente: «Nessuno qui crede alle accuse di copertura. Quando è stato eletto, la gente ha festeggiato come dopo una vittoria ai mondiali».

Diverso il discorso per le vicende legate a Chicago, dove Prevost, all’inizio degli anni 2000, guidava la provincia agostiniana. Il rapper Fedez, tra gli altri, ha ricordato su Instagram il caso di due sacerdoti, Richard McGrath e James Ray, accusati di abusi su minori negli anni ’90. Secondo le ricostruzioni, Prevost avrebbe gestito con opacità la posizione di McGrath, già condannato per pedofilia. Tuttavia, fonti vicine alla Curia ribattono che il nuovo Papa, pur non adottando toni plateali, avrebbe sempre incoraggiato le vittime a denunciare, senza mai ostacolare le indagini.