Quando Milley, capo delle forze armate, “rimosse” Trump dagli arsenali nucleari

Il Sole 24 ORE ESTERI

Milley ritenne che in quelle prime giornate di gennaio Trump rischiasse “to go rogue”, di darsi ad azioni fuorilegge e folli aggirando le salvaguardie democratiche e governative.

Insomma una vera e propria mobilitazione silenziosa, all'insaputa della popolazione e del mondo, dell’intero apparato di sicurezza nazionale, non contro un nemico esterno ma contro una minaccia interna, portata dalla stessa Casa Bianca

Fu questa la conclusione, e la conseguente decisione informale, del Capo degli stati maggiori riuniti delle forze armate americane, Mark Milley. (Il Sole 24 ORE)

Su altri giornali

Sostenere Donald Trump potrebbe portare a un “livello completamente nuovo di politicizzazione” di queste posizioni di segretario di Stato, che sono già di parte, afferma Richard Hassen. (BarSport.Net)

Secondo il libro Milley ha detto al generale Li Zuocheng dell'Esercito di Liberazione Popolare che avrebbe avvertito la sua controparte in caso di attacco degli Stati Uniti (Rai News)

Sarebbero state queste le parole di Milley allo staff del capo degli Stati Uniti: “Non importa cosa vi dicono. In quegli stessi giorni, il Capo di stato maggiore si era poi opposto all’intervento dell’esercito per reprimere i disordini (Roccarainola.net)

L'allora segretario di Stato Mike Pompeo aveva detto a Milley che Trump era "molto buio in questo momento". Rielaborazione grafica by Paolo Bassani. . ARTICOLI CORRELATI. (Antimafia Duemila)

In una dichiarazione scritta, il portavoce di Milley, il colonnello Dave Butler, ha affermato che il generale ha agito nell'ambito della sua autorità come consigliere in uniforme più anziano del presidente e del segretario alla Difesa. (Notizie - MSN Italia)

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