Italia, Mancini ricorda la positività al Covid-19: "Sono stato il primo allenatore in smartworking"

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Diciamo che sono stato il primo allenatore in smartworking della storia del calcio.

Nel corso di ‘Sogno Azzurro’, il ct azzurro Roberto Mancini ricorda così la sua positività al Covid-19: "Essere l’allenatore della Nazionale è un grande onore, è un Pese che ha grande tradizione.

Soprattutto è importante essere ct in questo momento molto difficile per il nostro Paese, le bare di Bergamo purtroppo ce le ricordiamo bene tutti. (Fcinternews.it)

La notizia riportata su altri media

La ricostruzione c’è stata dopo aver fallito la qualificazione all’ultimo Mondiale. La serenità aiuta e, da come vedo, è proprio Mancini a trasmetterla» (Fantacalcio.it)

A superare i limiti che quel Napoli invece, a volte ottusamente, non è quasi mai riuscito a superare Per dire: al di là delle tante chiacchiere io sono convinto che Sarri a Napoli non sia stato così amato – pure troppo, per carità – per l’estetica, ma semplicemente perché in quel triennio il Napoli (in campionato) vinceva quasi tutte le partite. (IlNapolista)

"Manca davvero poco all'inizio degli Europei - spiega Ciccio Graziani - da parte mia un grande in bocca al lupo alla nostra Nazionale, a Roberto Mancini che ha dimostrato grande competitività e sono convinto che possa arrivare fino in fondo. (ArezzoNotizie)

Barella, Verratti e Jorginho vanno a comporre una cerniera di grande qualità, il cui unico limite è la prestanza atletica Difensori: Acerbi (Lazio), Bastoni (Inter), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Di Lorenzo (Napoli), Florenzi (Paris Saint Germain), Spinazzola (Roma), Toloi (Atalanta). (OA Sport)

Di quel gruppo ristretto, otto giocatori in tutto, solo Chiellini, Bonucci e Paolo Maldini non sono diventati campioni del mondo. Ma anche per la difesa mancano le verifiche contro i giganti, a cominciare da MBappé. (Corriere della Sera)

E così guardando a questa nuova avventura mi sembra di rivivere una parte della mia vita calcistica. Con il totale appoggio del presidente Gravina e della nuova dirigenza ha potuto però lavorare con serenità, dettando ed imponendo nuove regole, senza se e senza ma. (La Stampa)