TRUMP FRA RISIKO, OLIGARCHI DEL WEB E CENSURE CONFESSATE - Che idea ti sei fatto?
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In queste ore la stampa si concentra sulle "relazioni pericolose" tra Trump ed Elon Musk (padre di Tesla e patrigno di Twitter, divenuto X). Si parla del pericolo censura, di controllo sociale, di "nuovi oligarchi del web", ma nessuno pose il problema quando Meta (la società che possiede Whatsapp, Facebook e Instagram) faceva censura durante l'Era Biden. Intanto Trump, che si insedierà il 20 gennaio, lancia una serie di segnali nell'ambito della geopolitica. (ByoBlu)
Se ne è parlato anche su altri media
Trump adottò un approccio spesso conflittuale con l’Unione Europea, considerata un concorrente economico. Le tensioni commerciali, già approfondite nei precedenti articoli, si riflessero anche sul piano politico. (Gazzetta Sarda)
L’anno appena trascorso ha segnato uno spartiacque rispetto al passato. Il paventato ritorno ad un sistema di economie chiuse, frutto di una politica aggressiva di dazi, specchio della guerra commerciale tra Usa e Cina rappresenta una dura realtà con la quale occorre confrontarsi. (ilmessaggero.it)
Il suo contributo sarà sicuramente rilevante per mettere fine alla guerra in Ucraina e forse anche nel Vicino Oriente, è meno certo che risulterà altrettanto positivo per l’economia statunitense. Il presidente eletto mira a far approvare il più rapidamente possibile il suo progetto di tagli fiscali e ciò provocherà un ulteriore peggioramento dei conti pubblici americani. (Corriere del Ticino)
Dopo un 2024 positivo, secondo Paul Donovan, chief economist di Ubs Global Wealth Management, anche il 2025 inizia sotto una buona stella, nonostante l’incertezza geopolitica e l’arrivo di Donald Trump alla presidenza Usa. (la Repubblica)
Sarà una presidenza «spiccatamente identitaria», quella di Donald Trump che il 20 gennaio si insedierà alla Casa Bianca per il suo secondo mandato, dice Domenico Lombardi, economista e direttore del Policy Observatory presso la School of Government della Luiss. (Italia Oggi)
Perché sì, è vero, in un’economia come la nostra, oggi in crisi, l’inesorabile riduzione dell’export verso gli USA sarà una bastonata. (L'HuffPost)