Il piano B di Letta è il Pd da solo alle elezioni: «Calenda come Renzi, vuole far saltare tutto?»

Open ESTERI

Ufficialmente il Partito Democratico di Enrico Letta è al lavoro per trovare un accordo che tenga insieme Carlo Calenda e Nicola Fratoianni.

Un dirigente della sinistra, racconta oggi La Stampa, definisce Calenda un Renzi 2.0: «È un sottoprodotto di comunicazione politica.

Il piano A, il piano B. Per questo Letta prepara il piano B

La coalizione a perdere. Letta non vuole restare con il cerino acceso in mano. (Open)

Ne parlano anche altri giornali

https://t.co/ySW7bKIWoF — Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 5, 2022. La risposta di Calenda, in base al resoconto di chi era presente, è ruvida. L’incontro viene fissato per le tre di pomeriggio all’Arel, l’associazione del segretario dem ereditata dal suo mentore Beniamino Andreatta. (ilmattino.it)

Le battute e le stilettate, tra Letta e Renzi, su questo non sono mai mancate Letta-Renzi, la lite sulle alleanze. L’ultimo capitolo della disputa è quello delle alleanze. (ilmattino.it)

I Graffi di Damato. Certo, ciò che accade a sinistra o nel centrosinistra della tabella o dello schermo dell’ottico che visita il segretario tigrato del Pd è manna per il centrodestra (Start Magazine)

Ora, dopo l’alleanza tra Calenda e Letta - una alleanza che si basa innanzitutto sulla spartizione di collegi uninominali e di posti nel proporzionale, - il cammino politico del Centro può iniziare. Il Centro, adesso, può decollare realmente nella cittadella politica italiana. (L'HuffPost)

Infatti il Pd ha ritenuto di avere nel M5S il suo alleato fondamentale e addirittura per la sinistra del Pd, Conte avrebbe potuto essere il punto di riferimento per tutto lo schieramento progressista. Invece per ciò che riguarda il centrosinistra la rottura di Conte ha sconvolto tutta la linea seguita dal Pd dal 2020. (L'HuffPost)

Un seggio garantito per Di Maio. Come tenere avvinti tutti questi soggetti che in comune hanno meno di zero? Anche perché al centro dello spazio politico, ad egemonizzare l’offerta centrista, moderata e liberale, è rimasto il solo, gongolante Matteo Renzi (Nicola Porro)