FMI, riviste al rialzo le stime di crescita per l'Italia e a livello globale

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Il FMI ha ritoccato anche le stime per l'Italia, con il prodotto interno lordo che è atteso crescere quest'anno del 4,2% e del 3,6% nel 2022.

Più a lungo termine, per il 2026, le attese di crescita risultano più deboli, pari al +0,8% l'anno sulla Penisola

Dopo il crollo del 3,3% del PIL mondiale del 2020, ora stima un rimbalzo del 6% nel 2021 e un +4,4% nel 2022.

6 Aprile 2021. (Lettura 3 minuti). (ilmessaggero.it)

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L’economia globale, compresa quella italiana, si riprenderanno più in fretta rispetto a quanto previsto fino a pochi mesi fa. Differences in access to vaccines and uneven recoveries will mean that different countries may remain in different phases for some time. (Wall Street Italia)

I dati sono contenuti nel World Economic Outlook presentato oggi, una delle prime stime sull’Italia dopo l’arrivo del governo Draghi. editato in: da. (Teleborsa) – Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita globale, sottolineando che “l’uscita dalla crisi diventa più visibile”. (QuiFinanza)

Locomotiva Usa traina ripresa mondiale Il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo le sue stime. Condividi. Il Fmi rivede al rialzo le stime di crescita per l'Italia per il 2021. Lo prevede il Fmi migliorando la sua stima rispetto all'ottobre 2020, quando aveva previsto un debito al 158,3% per quest'anno. (Rai News)

Il rapporto deficit/pil, salito al 9,5% nel 2020, calerà all'8,8% nel 2021, al 5,5% nel 2022 per attestarsi all'1,8% nel 2026 Il Fmi ha anche consistentemente rivisto in meglio le previsioni sulla ripresa economica in Italia di quest'anno, dopo il crollo del pil del 2020. (Milano Finanza)

Anche alla luce di quanto fatto, il Fmi incoraggia gli Stati a perserverare nel supporto con misure meglio-calibrate su specifiche esigenze ma comunque lasciando in campo gli stimoli per l'economia ancora a lungo. (la Repubblica)

Motivo per cui l’economista ha spiegato che il Fondo Monetario Internazionale è “molto a favore di una tassa minima globale per le imprese” multinazionali, dal momento che è preoccupante il fenomeno “di grandi quantità di tasse che vengono eluse”". (La Stampa)