Cinque morti in un attacco con arco e frecce: cosa è successo in Norvegia e chi è l’aggressore

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L’aggressore, danese di circa trenta anni che vive nella città teatro dell'attacco, è stato poi arrestato.

Il perché dell’attacco con arco e frecce non è ancora chiaro, anche se non si esclude ancora alcuna pista e gli inquirenti non esitano a parlare di attentato.

Cinque morti in un attacco con arco e frecce: cosa è successo in Norvegia e chi è l’aggressore Un trentenne danese è stato arrestato dopo che cinque persone sono state uccise e due sono rimaste ferite in un attacco con arco e frecce nella città di Kongsberg, in Norvegia. (Fanpage.it)

Su altri giornali

Non è esclusa l'ipotesi di un atto terroristico esteri. Armato di arco e frecce ieri pomeriggio l'uomo ha ucciso 5 persone e ferito altre due, a Kongsberg, prima di essere fermato dalla polizia. (TG La7)

Il primo ministro norvegese incaricato, Jonas Gahr Stre, ha definito l’attacco “un atto crudele e brutale”. È un danese 37enne l’uomo che ieri armato di arco e frecce ha ucciso cinque persone, ferendone altre due, a Kongsberg, a 70 chilometri a sud di Oslo, in Norvegia, seminando il panico tra la popolazione. (Il Fatto Quotidiano)

Lo hanno detto i servizi di sicurezza che al momento non hanno alzato il livello di allerta nel Paese. Alcuni media norvegesi riferiscono di un video postato in rete nel 2017 dal killer di Kongsberg, Espen, in cui dichiara, con toni epici e deliranti, di essere musulmano (Il Giornale di Vicenza)

È stato solo detto che l’uomo ha agito da solo e che non ha avuto complici. Sui social però molti mettono in guardia sulla reale identità dell’uomo indicato con quel nome perché potrebbe trattarsi di una fake news: solo quando la polizia diffonderà ufficialmente il nome si potrà sapere di più. (Ck12 Giornale)

Di nazionalità danese, ha vissuto sempre a Kongsberg ed era noto agli inquirenti. Qui il suo volto in un video (Corriere TV)

È stato condannato alla pena massima prevista in Norvegia: 21 anni, estendibili solo se il carcerato non mostra di essere stato “rieducato”. Sarà così almeno evitato lo spettacolo dei giornalisti assiepati davanti alle case delle vittime per chiedere ai parenti se hanno perdonato l’assassino. (L'HuffPost)